Eugenio Scalfari, il fondatore del quotidiano La Repubblica e uno dei più importanti giornalisti italiani, è morto oggi a Roma, 14 luglio 2022, all’età di 98 anni.
Scalfari ha attraversato tutta la Storia della Repubblica italiana con le sue cronache, commenti, editoriali ed è stato in prima persona protagonista di alcune delle più prestigiose operazioni editoriali degli ultimi sessant’anni, da L’Espresso, il settimanale nato nell’ottobre del 1955, a La Repubblica, il cui primo numero uscì il 14 gennaio del 1976, quotidiano nazionale nato con l’ambizione di fare concorrrenza al Corriere della Sera.
Eugenio Scalfari ha raccontato la ricostruzione, il Boom, il ’68, gli Anni di Piombo. La Repubblica nato da poco fu testimone e narratore del rapimento Moro, e poi degli anni Ottanta italiani e all’inizio del decennio successivo di Tangentopoli, dell’ascesa di Berlusconi, della Lega e della formazione di una nuova classe politica. L’11 settembre del 2001 raccontò l’attentato alle Torri Gemelle usando uno strumento all’epoca ancora tutto da capire, il web, oggi invece asset fondamentale per il quotidiano.
Scalfari aveva lasciato la direzione del quotidiano nel 1996, dando il testimone a Ezio Mauro, continuando però a scrivere i suoi editoriali con regolarità.
Restando nell’ambito che compete a Ciak, le pagine degli spettacoli de La Repubblica sono state nel corso degli anni un supporto importantissimo per il pubblico cinematografico italiano. Si sono succeduti a scrivere cronache e recensioni firme di altissimo livello come Alberto Farassino, Renzo Fegatelli, Irene Bignardi, Maria Pia Fusco e molti altri che hanno contribuito in modo importante alla diffusione della cultura cinematografica italiana.
Eugenio Scalfari è stato un pezzo di Storia d’Italia. L’ha vissuta, l’ha raccontata, l’ha lasciata in eredità sulle migliaia di pagine da lui scritte e curate.