Miro Grisanti, il signore dei trailer

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miro grisanti

Se n’è andato il 13 agosto, di sabato, Miro Grisanti. Il nome può non suonare familiare, ma se gli italiani sono andati al cinema negli ultimi cinquant’anni e oltre un po’ di merito, e non poco a dire il vero, va anche a lui.

Grisanti è stato un vero e proprio artista del trailer cinematografico, quando si usavano ancora chiamare i “prossimamente” e per realizzarli c’era da tagliare la pellicola in moviola, senza computer e software alla portata di tutti. Ma non solo. Miro aveva capito che raccontare un film non era importante quanto lasciare al pubblico il desiderio di andare a vedere quell’opera che ancora doveva arrivare.

Ne ha realizzati oltre 1200 di trailer, nel suo studio nel quartiere Prati di Roma, uno scrigno delle meraviglie dove sono custoditi i suoi lavori di una vita e dove almeno una volta sono passati i suoi non molti eredi nel mestiere, da Benelli a Edoardo Massieri, Sara Lardani e Francesca Sofia Allegra, per imparare i segreti del trailer perfetto.

Che ovviamente non esistono, anche se Miro qualcuno doveva averlo trovato, dato che il successo dei cinepanettoni targati Aurelio De Laurentiis sono passati anche attraverso le sue mani. Fu Grisanti il primo a capire l’importanza del teaser, ovvero un oggetto completamente slegato dal girato che servisse ad anticipare il trailer stesso, amplificando quindi l’attesa del film stesso. E non a caso è stato proprio il presidente del Napoli il primo, e tra i pochi a dire il vero, a ricordare e ringraziare il professionista e l’amico.

Tra questi pochi, Stefania Bianchi, fondatrice del Trailers Film Fest, manifestazione che da vent’anni (prossima edizione dal 26 al 28 ottobre a Milano) celebra i professionisti di questo formato che è ormai uno strumento di marketing indispensabile nell’era di internet e di cui si fa un uso forse anche esagerato, moltiplicando i formati e le durate a seconda delle diverse piattaforme. Miro era di casa al festival, prima a Catania e poi anche nel suo trasferimento a Milano, incontrando ogni volta che poteva i ragazzi delle università per raccontare loro aneddoti di un cinema che fu.

Era un uomo gentile, educato e con una grande etica del lavoro, amato da un cinema che non C’è più mentre quello di oggi lo avrebbe dovuto conoscere meglio.

Mancherà, ma per fortuna ha lasciato una grande eredità di cui vi diamo un piccolo assaggio e che speriamo venga valorizzata in ogni possibile maniera prossimamente.