Il grande gioco, storie e segreti del calcio non giocato

Francesco Montanari è il protagonista de Il grande gioco, la nuova serie Sky Original che racconta l’influenza dei procuratori sulla vita dei giovani calciatori.

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Credits: Federica Di Benedetto

Il calcio come non lo si era mai visto, raccontato dal suo lato meno glorioso, quello ruvido e nascosto dei procuratori che muovono milioni di euro e nascondono al pubblico ciò che dei calciatori non si deve vedere. È un mondo dorato e luccicante, fatto di veline e social, e anche di droga e alcool, quello che racconta Il grande gioco, una serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Eliseo Entertainment, disponibile dal 18 novembre su Sky e in streaming su Now, diretta da Fabio Resinaro e Nico Marzano, con Francesco Montanari nei panni di Corso Manni, una star nel mondo dei procuratori calcistici, caduto in disgrazia per un presunto legame con il mondo delle scommesse clandestine, ma deciso a riprendersi ciò che è suo.

«Corso Manni è un uomo che vuole riconquistare quello che ha perso – racconta l’attore –. Ho lavorato sulla sua ambiguità, non si capisce se è innocente o colpevole, è un uomo che si trova dalla sera alla mattina senza più il suo lavoro, senza una moglie, senza l’azienda del suocero dove era considerato il golden boy. È un grande stratega, ma anche un grande manipolatore». Nel ruolo del suocero, Dino De Gregorio, fondatore e CEO dell’agenzia di calciatori più potente in Italia contro cui Corso medita vendetta, c’è Giancarlo Giannini, rude, maschilista, pronto a tutto pur di portare a casa il calciatore di turno, considerato più una merce di scambio che un essere umano.

«Non appartengo alla categoria umana – confessa con un sorriso Montanari – che investe tempo nel calcio. Il nostro racconto non è una biografia, è chiaro che ci sono riferimenti con la realtà, ognuno potrà trovare quelli che preferisce, ma la vera la forza di questa serie è la sua epicità, è quasi shakespeariana, dietro al calcio si nasconde la storia di una grande famiglia con dinamiche portate all’ennesima potenza tra soldi, potere, eredità, vendette, gelosia, invidia». 

In questo mondo maschilista, svetta una figura femminile, Elena De Gregorio (Elena Radonicich) ex moglie di Manni e procuratrice a sua volta, la figlia che Dino De Gregorio sottovaluta, commettendo un grande errore. «È una sorta di Lady Macbeth – aggiunge Montanari –. Non c’è un pregiudizio sessista nella nostra storia, in un mondo dove sono tutti maschi è inevitabile che Elena deve capire come trattarli, ed essendo più intelligente riesce a manipolarli tutti».

Credits: Federica Di Benedetto

Gli otto episodi scritti da Tommaso Capolicchio, Giacomo Durzi, Filippo Kalomenidis, Marcello Olivieri e Andrea Cotti, nascono da un’idea di Alessandro Roja, celebro volto del Dandi nella serie di Sky Romanzo Criminale, in cui Montanari aveva il ruolo del Libanese. «Abbiamo fatto il militare artistico in Romanzo criminale – dice sorridente Montanari – e tra me e Alessandro c’è un legame profondo».

L’idea di raccontare il mondo del calcio dal punto di vista dei procuratori è certamente originale, ma non è stato facile mettere mano su un mondo che smuove immensi interessi economici e i cui protagonisti sono circondati da un alone di quasi santità. «Ci sono sempre state – racconta Fabio Resinaromolte difficoltà per realizzare serie così. Quando vai a toccare il mondo del calcio lo devi fare in maniera credibile, perché chi lo conosce è molto preparato: abbiamo cercato di coinvolgere delle squadre di calcio per avere i loro marchi e dare la giusta credibilità al prodotto». Tra le squadre che hanno risposto sì figurano Milan, Atletico Madrid, Everton, Roma e Sampdoria. «Naturalmente – ammette il regista che non è tra gli appassionati di calcio – non tutti hanno risposto positivamente». «Ci tenevo a rimanere ignorante sul calcio – dice Resinaro – perché ritenevo fosse un metro necessario per evitare di farmi troppo coinvolgere. Ma ho studiato molto il linguaggio del pallone e credo di esser riuscito a rendere bene quel poco di calcio giocato che si vede».

Nel cast della serie figura anche Giovanni Crozza Signoris, il figlio di Maurizio Crozza e Carla Signoris, nel ruolo del giovane calciatore Antonio Lagioia, deciso a non cedere alle sirene di un mondo effimero, su cui proba- bilmente finirà per ricredersi. «Gli adolescenti – conclude Montanari – sono assegni circolari per i procuratori di calcio. Non dimentichiamo che questi calciatori, quando arrivano in serie A, spesso sono appena maggiorenni e non hanno mai vissuto un’adolescenza normale come i loro coetanei, ma fatto sacrifici enormi per arrivare al successo nel mezzo di in un’età n cui sei pieno di ormoni e emozioni. Psicologicamente è molto dura, credo che per questo molti indossino una sorta di corazza, una maschera di apparente arroganza che non gli appartiene davvero».