Presentato all’ultima Berlinale e al più recente Festival di Bellaria, Paternal Leave segna l’esordio alla regia dell’attrice tedesca Alissa Jung e offre al pubblico italiano l’occasione di scoprire una storia familiare drammatica nella quale Luca Marinelli (dal 2018 sposato con la filmmaker) è il protagonista maschile, al fianco della sorprendente Juli Grabenhenrich. Una vicenda ambientata sulla costa adriatica più settentrionale, sulle spiagge deserte di Marina Romea, che promette momenti particolarmente coinvolgenti, come potrete vedere a partire dal 15 maggio, data di uscita fissata da Vision Distribution.
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IL FATTO
Leo (Juli Grabenhenrich), una quindicenne cresciuta in Germania senza mai conoscere il padre, scopre l’identità dell’uomo e decide di raggiunge da sola la riviera romagnola per incontrarlo. Quando se la ritrova davanti Paolo (Marinelli), che nel frattempo ha costruito una famiglia dall’equilibrio assai precario, resta spiazzato e vorrebbe liberarsi di lei al più presto. Leo però non cerca solo risposte a un lungo elenco di domande, ma è determinata a riprendersi suo padre, un uomo vulnerabile, e in continuo “congedo parentale”. Tra dubbi, speranze, illusioni e frustrazioni, i due capiranno, nonostante le barriere linguistiche, cosa vuol dire essere padre e figlia.
L’OPINIONE
Cosa rende così speciale e complesso il rapporto tra genitori e figli? E perché alcuni padri e madri rifiutano i propri bambini? Da queste domande archetipiche e universali è nata l’idea dell’opera prima dell’attrice e sceneggiatrice tedesca Alissa Jung (alla Berlinale nella sezione Generation 14Plus), che per il suo debutto alla regia ha voluto come protagonisti il marito Luca Marinelli e la giovanissima, talentosa esordiente Juli Grabenhenrich. Scavando tra le fragilità di un uomo immaturo, inadeguato, costantemente in fuga, che acquista consapevolezza solo quando sua figlia, una perfetta sconosciuta, diventa uno specchio in cui riconoscere i propri errori, Paternal Leave ribalta il genere ‘coming of age’ fotografando il percorso di crescita di un padre in una location, una Rimini tetra e deserta, chiusa per la stagione invernale e in dialogo continuo con lo stato d’animo dei protagonisti. E in questo sobrio dramma famigliare, la Jung trova il giusto equilibrio tra silenzi e parole, con una poetica intimità che non rinuncia alla durezza del reale. Sui titoli di coda Marinelli canta “Solo per gioco” di Giorgio Poi.
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