Hiccup e Sdentato, Berk e i draghi. Dopo oltre un decennio dal debutto dell’amato film d’animazione, Dragon Trainer torna sul grande schermo in veste di live-action, con la promessa di portare l’eredità emozionale (e visiva) della trilogia originale a una nuova generazione di spettatori.
IL FATTO
«Questa è Berk. Il mio villaggio: in una parola, solido. È qui da sette generazioni, ma ogni singola costruzione è nuova. Abbiamo la pesca, la caccia e un’incantevole vista del tramonto. L’unico problema sono le infestazioni: In molti posti hanno topi, o zanzare, noi abbiamo… i draghi!». Bentornati a Berk, in un’isola dei mari del nord, dove assistiamo alle turbe adolescenziali di Hiccup (Mason Thames), gracile figlio del capo vichingo Stoik l’immenso (Gerard Butler), che non riesce a comprendere come la sua prole, invece di uccidere draghi, preferisca costruire ingegnosi marchingegni. Quando però Hiccup riesce ad avvicinare la temibile Furia Nera, leggendario drago che nessuno è mai nemmeno riuscito a vedere, la vita a Berk è destinata a cambiare per sempre.
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L’OPINIONE
Quando Chris Sanders e Dean DeBlois, reduci dal successo Disney Lilo & Stitch (2002), approdano alla DreamWorks Jeffrey Katzenberg affida loro un budget di 165 milioni di dollari per dirigere Dragon Trainer. Il film sfiora i 500 milioni d’incasso e avvia una fortunata trilogia animata. È lo stesso Dean DeBlois che oggi torna sui suoi passi per la versione live action di quel classico. I draghi sono sempre in animazione CGI come nell’originale (qui la loro texture grafica è più “realistica”), Gerald Butler oltre che la voce dà anche volto e corpo a Stoik l’immenso, mentre Mason Thames (Black Phone) è un Hiccup convincente e Nico Parker (Dumbo) interpreta la giovane vichinga Astrid, di cui il nostro eroe è invaghito. Il film è indubbiamente ben realizzato e la storia è potente (sulla “impossibile” convivenza tra uomini e draghi è facile scorgere assonanze con i tragici conflitti umani contemporanei). Ciò detto si rimane perplessi nel rivedere scene che ricalcano fedelmente quelle dell’originale, dove la colonna sonora, nuovamente affidata a John Powell, rievoca quella del cartoon. Visto il successo che sta ottenendo il remake di Lilo & Stitch è facile prevedere che Dragon Trainer sarà amato dal pubblico ma, sommersi da sequel, prequel, remake, reboot e spin-off, ogni tanto ameremmo anche si producesse qualcosa di inedito.
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Rivedere l’originale del 2010 permette di individuare le piccole differenze tra le due versioni.