«Un pezzo di storia della televisione italiana da non rovinare» ma soprattutto da omaggiare con qualcosa «di onesto, rispettoso e bello». Nasce così in casa Mediaset l’idea di riportare in TV dopo oltre dieci anni di assenza una delle famiglie più seguite di sempre, quella de I Cesaroni, un evento attesissimo del quale abbiamo assistito ad un primo grande assaggio nella giornata d’apertura dell’Italian Global Series Festival, il Festival promosso da APA e diretto da Marco Spagnoli in programma dal 21 al 28 giugno tra Rimini e Riccione.
Del ritorno de I Cesaroni si è parlato come di un omaggio alle origini e a un momento in cui la serie fu una vera «deflagrazione nella TV italiana», capace di diventare un brand di Canale 5, studiato nelle università, discusso dai critici e amatissimo dal pubblico. E proprio da un ascolto attivo con il pubblico è nata l’idea di ridargli nuova vita: «I fan ci hanno scritto per anni, ci hanno mandato idee e perfino sceneggiature» ha raccontato Verdiana Bixio, presidente di Publispei e figlia di Carlo Bixio, primo storico produttore della serie. «Le abbiamo lette, perché anche se fare lo sceneggiatore è un mestiere, il “sentiment” del pubblico è fondamentale». E così, quando Claudio Amendola le ha detto «Aripiamose Roma», è iniziato un lavoro lungo e appassionato, a cominciare dal lavoro di soggetto di serie e sceneggiatura, durato oltre un anno. La paura di «toccare un mostro sacro» e riportare in vita una serie entrata così a fondo nel cuore del pubblico italiano ha spaventato anche Daniele Cesarano, Head of Drama di Mediaset, che si è convinto ad andare avanti quando Amendola è diventato il centro creativo del racconto: «Ci siamo detti che era il momento giusto per fare un reboot con una grande consapevolezza: fare un progetto che tenesse fede allo spirito originale, senza tradirlo».
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Amendola ha definito I Cesaroni «il lavoro più divertente mai fatto in tutta la sua vita», motivo per cui non ha esitato a rimettersi subito a lavoro: «Da tantissimi anni cerco di fare solo le cose in cui mi diverto; ho smesso di fare lavori dove ci si annoia e ci si stanca troppo. Sono diventato regista di fiction perché non ne potevo più dei registi di fiction. Appena ho avuto il potere contrattuale per impormi, l’ho fatto. E questa è la verità». E continua: «Mi vanto di essere tra le persone che conoscono meglio I Cesaroni e quindi di essere la persona giusta per portare in porto questa meravigliosa nave, che fino adesso sta navigando su un mare calmo, senza nessuna difficoltà se non quella di smettere di ridere in scena».

Nel cast, che quest’anno si è impreziosito di importanti new entry come Ricky Memphis, Lucia Ocone e Marta Filippi, insieme ai veterani Matteo Branciamore, Ludovico Fremont, Federico Russo e Elda Alvigini, impossibile non citare l’assenza di Antonello Fassari, storico fratello Cesaroni, scomparso quest’anno nel pieno della preparazione: «Sapete benissimo che abbiamo un vuoto enorme. Fino all’ultimo abbiamo sperato che Antonello potesse essere con noi, ma purtroppo… non è stato così. Però abbiamo la certezza di sentirlo vicino. Anzi, vicinissimo. Il primo giorno che siamo entrati in bottiglieria, ci siamo sentiti accompagnati da una presenza dolce e meravigliosa». Anche “salvifica” come racconta poco dopo, quando sul set lui, Lucia Ocone e Ricky Memphis hanno rischiato la di fare un bruttissimo incidente in macchina: «Ricky è stato bravo a frenare, io a scattare… ma secondo me, è stato Antonello a salvarci. Su questo non ho dubbi».
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Se di Fassari si è parlato con estrema commozione, di tutt’altro tono sono state le parole riservate agli attori che hanno volontariamente deciso di lasciare i Cesaroni anni fa, e che per ovvie ragioni, non torneranno nella nuova serie: Elena Sofia Ricci, Max Tortora e Alessandra Mastronardi. «Mettiamo un punto una volta per tutte a questa cosa» ha detto Amendola nel confrontarsi all’ennesima domanda sul tema: «La Mastronardi era già uscita, Tortora pure, quindi non è che nella sesta stagione li abbiamo mandati via noi. Nessuno è stato fatto fuori per scelta nostra, a cominciare dalla signora Ricci. A un certo punto, e anche giustamente, gli attori decidono che una serie non li soddisfa più, che il personaggio è arrivato al capolinea. E noi che dobbiamo fare? Trattenere la gente per il colletto? No, li abbiamo salutati e augurato loro buon viaggio» E aggiunge, senza edulcorare la polemica: «Sono stati loro a dirci “arrivederci e grazie”. E adesso? “Rifanno i Cesaroni? Sto a casa da un po’… forse è il caso che torno a farlo.” Eh no. Noi siamo contenti di chi è rimasto, di chi ha sempre riconosciuto il valore di questa serie, che per tanti non è stata solo lavoro, ma anche famiglia». La conclusione, non lascia spazio all’interpretazione: «Porte aperte per chi porta, chi non porta, parta pure».
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