Il Sandokan Rai: «L’avventura più amata»

A quasi cinquant’anni dal primo grande successo televisivo, Sandokan si prepara a tornare sul piccolo schermo in una veste completamente rinnovata, internazionale e contemporanea. Le prime immagini della serie evento prodotta da Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction, sono state uno dei momenti più attesi all’Italian Global Series Festival. Un incontro affollato e partecipato ha visto protagonisti gli attori Can Yaman, Alessandro Preziosi, Alanah Bloor, la produttrice Matilde Bernabei, Maria Pia Ammirati di Rai Fiction e il regista Nicola Abbatangelo, che hanno raccontato la genesi e la visione del progetto, senza dubbio una delle proposte Rai più ambiziose degli ultimi anni.

La serie, ideata da Luca Bernabei, arriverà su Rai1 a dicembre 2025 e sarà distribuita globalmente da Fremantle. Al centro della narrazione, un Sandokan inedito, interpretato dall’attore Can Yaman, personaggio amatissimo in tutto il mondo per le sue apparizioni nelle serie turche DayDreamer, Mr. Wrong, l’italiana Viola come il mare e la più recente Il Turco. «È stato un percorso lungo cinque anni, iniziato durante la pandemia, quando Luca Bernabei mi portò in Italia per cominciare gli addestramenti. Le palestre erano tutte chiuse, ne aprimmo una appositamente per la preparazione. Ho passato anche dei momenti cupi – ha raccontato Yaman – perché dopo circa sei mesi ci dissero che la serie non sarebbe andata avanti per la pandemia e problemi di budget. Ma io non ho mai smesso di credere che un giorno ce l’avremmo fatta e oggi stare qui a parlarne è un sogno. È stato un set peculiare, sono fiero di aver interpretato questo ruolo».

Il racconto, ambientato nel Borneo della metà dell’Ottocento, riprende il cuore epico dei romanzi di Emilio Salgari, reinventandolo. La lotta contro l’oppressione coloniale, la salvaguardia della natura, la libertà come diritto inalienabile: questi i temi su cui si innesta una vicenda di amore e avventura, che unisce Marianna (Alanah Bloor), figlia del console britannico, e Sandokan, pirata e re senza regno. Sulle loro tracce, il leggendario cacciatore di pirati Lord James Brooke.

A raccontare la genesi della serie è Matilde Bernabei, presidente di Lux Vide: «Sandokan è un progetto che ci lega da generazioni. Mio padre voleva farlo già negli anni ’70, e mio fratello Luca ha lavorato con passione per riportarlo in vita oggi. Salgari ha scritto storie incredibili su mondi che non ha mai visitato, ma con una precisione e una fantasia senza tempo. La serie riflette quei valori: la libertà, la lotta al colonialismo, la difesa della natura». E non è solo una questione di contenuto: Sandokan è anche una grande impresa produttiva tutta italiana. Girata interamente nel nostro Paese – tra Lazio, Toscana e Calabria – la serie ha impiegato più di 2.500 comparse, 150 persone di troupe fissa e avanzate tecnologie LED per ricreare scenari tropicali e battaglie navali in totale sicurezza. «Abbiamo piantato alberi, ricostruito villaggi, lasciato set permanenti perché pensiamo già alla seconda stagione», ha aggiunto Bernabei.

Nicola Abbatangelo, Alessandro Preziosi, Maria Pia Ammirati , Alanah Bloor, Can Yaman e Matilde Bernabei (Photo by Daniele Venturelli/Getty Images for ITALIAN GLOBAL SERIES FESTIVAL)

Per Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, Sandokan rappresenta un’operazione di riscoperta e innovazione: «Nel 1976 fu un fenomeno con 27 milioni di telespettatori. Oggi non potevamo semplicemente rifarlo: abbiamo scelto un reboot che va oltre, con nuovi temi, nuovi linguaggi. Non è un familidrama, né una commedia: è un racconto che unisce l’avventura alla riflessione, l’azione al pensiero contemporaneo su ambiente, colonialismo, inclusione».

Temi su cui ha lavorato in profondità anche il regista Nicola Abbatangelo, insieme a Jan Maria Michelini: «Abbiamo voluto scandagliare i personaggi, raccontare una grande avventura che nasconde una sfida morale. Volevamo fare qualcosa di cui i nostri figli potessero essere fieri. Abbiamo usato la tecnologia non per stupire, ma per portare gli attori in luoghi immaginari che sembrano reali».

Alessandro Preziosi interpreta Yanez, braccio destro e “fratello d’anima” di Sandokan. «Un personaggio affascinante, inno all’amicizia e alla libertà di pensiero – ha dichiarato l’attore napoletano – in una serie dove ogni scelta, anche quella di impugnare un’arma, è vissuta con scrupolo. C’è dentro qualcosa di profondamente risorgimentale».

L’alchimia tra lui e Yaman si è rivelata naturale: «Ci ha aiutati dormire nella stessa stanza!», ha scherzato, per poi lodare il collega. «Sono rimasto strabiliato dalla sua disciplina, dalla sua incredibile capacità coreografica, precisione e controllo. Credo che non ci sia nessuno su questo pianeta che potrebbe interpretare Sandokan più di Can».

A portare il cuore romantico e ribelle della storia è Alanah Bloor, nei panni di Marianna, figlia del console britannico: «Non conoscevo i romanzi di Salgari, ma questa storia mi ha catturata subito. È un mondo magico, ricco, con un triangolo amoroso potente. Marianna è una donna moderna, anche nel suo tempo. Si sporca le mani, agisce, prende decisioni. Interpretarla è stato emozionante e per di più è stata la mia prima esperienza con stunt professionali. Ho dovuto arrampicarmi, lanciarmi, correre, combattere. Non avevo mai fatto niente di simile. È stata una vera avventura».

Una preparazione fisica “estenuante” è come l’ha definita Yaman: «Dovevo essere preciso nell’evitare di infortunarmi e soprattutto nel non colpire le persone. Quella è stata la parte più difficile, per la quale sono migliorato con gli allenamenti. Ho dovuto vivere per mesi come un atleta, ma è stato giusto così: bisogna patire e soffrire per arrivare ad un obiettivo di cui saremo fieri, quindi l’ho affrontato con piacere». E ha aggiunto, scherzoso: «Visto che già si parla di una seconda e di una terza stagione, vedremo come ci arriverò! Sto invecchiando, avrei preferito girare tre stagioni di fila». E sulle sfide del suo futuro, dice: «nella vita mi annoio rapidamente, ho la necessità di trovare sempre nuove sfide. Ogni cosa mi deve migliorare, mi deve portare in alto. Sto cercando di trovare una strada che faccia al caso mio, senza imitare nessuno e senza pianificare troppo. Vedremo come andrà a finire, ma finché cercherò di migliorarmi, può solo che andare bene».

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