È stata presentata in anteprima all’Italian Global Series Festival L’altro ispettore, la nuova serie tv coprodotta da Rai Fiction e Anele, diretta da Paola Randi, scritta da Salvatore De Mola, Andrea Valagussa e Paola Randi, e liberamente ispirata ai romanzi di Pasquale Sgrò. Un progetto inedito che per la prima volta in televisione pone al centro della narrazione la figura dell’ispettore del lavoro, affrontando in maniera narrativa e popolare il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Protagonista della serie, composta da sei episodi, è Domenico Dodaro, detto Mimmo, interpretato da Alessio Vassallo: un ispettore del lavoro che, dopo anni di attività contro il caporalato nel Sud Italia, rientra nella sua Lucca per occuparsi della figlia Mimì, rimasta orfana di madre, e continuare la sua missione in difesa dei lavoratori. Accanto a lui, nel cast, Cesare Bocci, nel ruolo dell’amico di famiglia Alessandro Lanciani, sopravvissuto all’incidente in cui anni prima il padre di Domenico, Pietro Dodaro, aveva perso la vita. Ex operaio, adesso Alessandro è un mental coach ironico e solare, costretto da quell’incidente a vivere in sedia a rotelle. Nel cast anche Francesca Inaudi nel ruolo della Pm Raffaella Pacini, ex compagna di liceo del protagonista, con la quale dovrà lavorare nelle indagini dei casi di puntata.
La serie è ambientata a Lucca e nei suoi dintorni e si muove tra vicende personali e casi di puntata ispirati a fatti realmente accaduti. Mimmo indaga su infortuni e tragedie sul lavoro, cercando la verità con imparzialità e umanità, in dialogo costante con tutte le parti: lavoratori, imprenditori, sindacati, istituzioni. Un’indagine sul lavoro come specchio del paese. «Per la prima volta una serie televisiva ha al centro un personaggio che non è un ispettore classico, ma un ispettore del lavoro» ha spiegato la presidente di Anele, Gloria Giorgianni, definendo il progetto una vera e propria “sfida”, frutto di tante collaborazioni: «Abbiamo lavorato tanto con le istituzioni, con il Ministero del Lavoro, l’INAIL, l’Ispettorato per rappresentare al meglio una figura poco raccontata, ma centrale. Questa serie ha l’ambizione di riportare il lavoro al centro della discussione pubblica, attraverso una fiction narrativa pensata per un pubblico generalista».
Per Alessio Vassallo, già noto al grande pubblico di Rai 1 per aver interpretato Mimì Augello da giovane nello spin-off Il giovane Montalbano, L’altro Ispettore è stata «un’opportunità incredibile» per raccontare un personaggio «profondamente immerso nella quotidianità del nostro Paese». E aggiunge: «È una serie che parla di lavoro, e il lavoro è qualcosa che definisce chi siamo, ci dà un’identità». La parola chiave che ha guidato il suo approccio al personaggio − racconta − è stata “cura”. «La cura che ha per sua figlia, che sarà centrale nella storia, ma anche quella che dimostra verso le persone che lavora per tutelare. Parliamo di uomini e donne che spesso operano nell’ombra, senza clamore e senza adeguate tutele. In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, immersi in un bollettino di guerra quotidiano, credo che la cura, intesa come attenzione sincera verso gli altri, sia un atto quasi rivoluzionario».
L’attore ha raccontato anche il forte impatto umano dell’esperienza sul set: «Abbiamo girato in cave e fabbriche vere, accanto a lavoratori reali che sono stati anche comparse. È stato toccante. E poi c’è l’ironia: l’ispettore inciampa spesso nella sua vita privata, e questo crea anche momenti leggeri in cui il pubblico potrà riconoscersi. Tutto merito di Paola Randi, bravissima nel aver mescolato con delicatezza una tematica così seria e importante a momenti più leggeri».
Accanto a Vassallo, Cesare Bocci (che come lui, ha interpretato Mimì Augello, questa volta nell’originale Montalbano) ha dato volto a un personaggio che porta il peso di un grave incidente sul lavoro ma affronta la vita con ottimismo e ironia, ma soprattutto ci mostra il lato più quotidiano e familiare dell’ispettore Dodaro. Il suo personaggio trascorre molto tempo con la figlia di Mimmo, interpretata dalla piccola Angelica Tuccini: «Mi ricordava mia figlia quando era piccola, una teppistella» ha raccontato Bocci, che ha aggiunto: «sono curioso per natura, quando un progetto mi stimola, lo abbraccio, e questa storia lo ha fatto grazie a dei personaggi scritti molto bene, oltre al rapporto di lunga data che mi lega ad Alessio».