Dario Aita sarà Franco Battiato nel biopic targato Rai

Svelato all' IGS di Riccione il volto che interpreterà l'artista siciliano del film tv diretto da Renato De Maria

Sarà il siciliano Dario Aita, uno dei tre protagonisti di Parthenope di Sorrentino, ad interpretare Franco Battiato nel film tv che andrà in onda su Raiuno nel 2026, prodotto da Casta Diva e Rai Fiction, per la regia di Renato De Maria. Scritto interamente da Monica Rametta, presente oggi all’Italian Global Series Festival di Riccione, insieme a Leonardo Ferrara – capostruttura di Rai Fiction,  per presentare Franco – il lungo viaggio, il biopic sulla vita dell’artista siciliano scomparso nel 2021.

Aita quanto è soddisfatto ad aver sbaragliato la concorrenza spietata visto che Leonardo Ferrara ha dichiarato che tantissimi suoi colleghi volevano essere Battiato?

Sono molto contento di questa nuova avventura. Un incontro con un personaggio di questo calibro è sempre un grande regalo. Un artista così straordinario, un grande intellettuale. Provo un misto di felicità, preoccupazione e una grande responsabilità interpretare un artista così amato. Ha influenzato la mia vita, la mia crescita artistica e musicale”.

Come si preparerà?

Vorrei provare a prepararmi come faccio di solito, non pensando che sto facendo un film su Franco Battiato, ma che sto facendo un film su un personaggio che devo studiare. Comincerò dalla sceneggiatura, da quello che gli sceneggiatori hanno scelto di mettere in quella determinata scena. Ovviamente ci saranno tutta una serie di letture del copione con il regista. Battiato era un grande intellettuale, un grande lettore, vorrei dedicarmi anche a quelle letture che lo hanno in qualche modo influenzato più di altre. Stiamo inoltre creando un archivio le sue interviste, le sue apparizioni televisive e con tutti i suoi live. Dai primi anni della sua carriera a quelli che lo hanno portato poi all’esplosione, al grande successo che ha avuto con La voce del padrone”

Con il look di oggi sembra quasi uscito dalla copertina di quell’album. L’aspetto estetico avrà la sua importanza nel biopic?

È ovvio che ci sarà grande un’attenzione in questo senso. Franco è un’icona anche dal punto di vista visivo, quindi cercheremo di restituire la suggestione di Battiato anche da quel punto di vista lì. È un discorso che affronteremo sicuramente col reparto costumi e con quello del trucco e parrucco

Arriverete fino a quel successo discografico?

Adesso non so quanto posso dire però più o meno si arriverà agli anni Ottanta quando è arrivato per lui il grande successo, che più o meno è il modo migliore per raccontare un biopic di un cantante

Canterà?

Certo! Ci sarà tutta la parte musicale che canterò io, credo almeno tre canzoni e ovviamente sarò seguito da un vocal coach. Sarà un lavoro emotivamente intenso”

Ha un po’ paura del paragone che inevitabilmente verrà fatto?

“Paura no, è un sentimento strano, ma sento che devo concentrarmi al massimo, più di quanto sono abituato a fare, per dare il meglio

Si ricorda del provino?

Mi hanno chiesto di fare un breve video in cui dovevo cantare ‘Prospettiva Nevski’. Ho avuto la fortuna di trovare a disposizione su Milano una piccola saletta musicale che sembrava proprio tirata fuori dagli anni settanta, avevo anche indossato un abito gessato, gli occhiali da sole, ho anche provato a mettere i capelli un po’ come li aveva lui all’epoca. Devo dire che è stato sorprendente rivedermi dopo.

Quando ti hanno chiamato per dirti che avevi vinto tu la competizione?

Ero in macchina con la mia compagna che mi ha seguito in tutto il percorso, mi ha dato grandi suggerimenti anche per il provino live successivo al self-tape. Per quello ho scelto di cantare L’Ombra della luce, un brano che quando ho ascoltato la prima volta mi ha commosso perché rappresenta quella preghiera che non ho mai avuto il coraggio di recitare. E poi ho dovuto cantare a cappella anche Stranizza d’amuri perché le casse sgangherate che mi ero portato ad un certo punto hanno deciso di non funzionare più. È uno dei pezzi con cui sono cresciuto e che ho sempre amato. Ovviamente ho dovuto recitare anche delle scene del film

Una prova faticosa?

Si ma la cosa bella è che ho avuto tanto supporto dai miei amici e anche dai colleghi le settimane che mi separavano dal provino live. Io mi preparavo, preparavo i pezzi, preparavo le scene e loro facevano un tifo fortissimo per me, per questo provino, per questo progetto, erano davvero tanto entusiasti. Tutto questo affetto dimostrato mi è stato di grande aiuto

Quando inizierete a girare?

A ottobre per circa quattro settimane

Sarebbe più soddisfatto nel ricevere dei complimenti per come ha recitato o per come ha cantato?

Sinceramente spero per entrambe le cose, anche se i complimenti vanno bene tutti. Ma anche le critiche vanno bene

Battiato ha diretto anche tre film li ha visti?

“Purtroppo no e fanno parte delle tante cose che devo recuperare”

Le tre canzoni preferite di Franco?

In assoluto ‘Stranizza d’amuri’, L’ombra della luce e poi se la giocano secondo me per i merito ‘Prospettiva Nievski’ e ‘Alexander Platz’ che in realtà è una canzone portata al successo da Milva ma che ha composto e cantato anche Battiato ed ha un testo fantastico, è un pezzo meraviglioso”

Tanta gavetta prima di arrivare a questa grande occasione.

Consideri che io ho girato tante serie da coprotagonista, almeno una decina per la Rai. Ho 38 anni e il mio primo film l’ho fatto a 20. Quindi spero che l’esperienza che ho maturato in questi anni mi aiuti ad affrontare questo percorso con tutta la consapevolezza necessaria”

Siamo al festival delle serie, quale sono le sue preferite?

Sicuramente Breaking Bad, è una delle prime serie che ho visto in vita mia ed è una di quelle a cui mi è appassionato maggiormente perché ha una costruzione veramente shakespiriana come disse anche Anthony Hopkins un giorno in una lettera che aveva scritto. È la storia di un’ambizione ferocissima portata avanti con grande necessità, e racconta la lenta corruzione di un uomo perbene che si ritrova a perdere il controllo delle proprie ambizioni, dei propri desideri. È una riflessione sul senso del potere, ha tanti temi che si sviluppano dentro, era interpretata da attori eccezionali, con una scrittura sempre avvincente, sorprendente e mai banale. Poi c’è una serie geniale che si chiama The Office, creata da Ricky Gervais in Inghilterra e poi in realtà resa più celebre da Steve Carell nella versione americana. Amo quel tipo di comicità demenziale, ambientata all’interno di un ufficio, che riesce a denunciare un tipo di umanità o un modus vivendi all’interno di certi ambienti lavorativi che è completamente disumanizzante. Ultima serie, tecnicamente una molto banale, Friends. Sono sempre stato un grande appassionato e sono cresciuto con i protagonisti. Ho visto tutte le puntate e ogni tanto lo rivedo, è una ‘comfort series'”

Quale personaggio di Friends le piacerebbe interpretare?

Uno divertente, probabilmente Joy, nell serie interpretato Matt LeBlanc. È molto più interessante interpretare quelli apparentemente un po’ tonti per un attore, ci si diverte molto. Quando mi è capitato mi sono divertito tanto”

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