Il capo perfetto, Javier Bardém e la fabbrica dei sogni – Recensione

Il nuovo film di Fernando Leon de Aranoa è una commedia nerissima sul capitalismo contemporaneo. Candidato spagnolo all’Oscar 2021

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il capo perfetto

Tornano a lavorare insieme Javier Bardém e Fernando Leon de Aranoa, coppia che al cinema spagnolo ha dato nel 2002 il bel dramma sociale I lunedì al sole. E se quello era uno spaccato della quotidianità del precariato nel mondo del lavoro di inizio millennio, in El Buen Patròn la situazione si ribalta.

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Bardém interpreta infatti un padrone, proprietario di una fabbrica che produce bilance. Un capo giusto, illuminato, che tratta i suoi dipendenti come figli, l’azienda è la sua casa e la sua famiglia. Tranne qualche piccola eccezione che rischia di compromettere l’equilibrio perfetto che il bravo capo è convinto di avere raggiunto.

El Buen Patròn è una commedia nera dai nobili padri

Tracce del maestro del genere Billy Wilder si trovano nel maniacale industriale di Bardém che ricorda a tratti il manager della Coca Cola James Cagney di Uno, due, tre.

Ma ancora di più, man mano che la situazione sfugge sempre più di mano al povero ricco, sembra di scorrere un albo del compianto Quino, il geniale fumettista argentino che del farsi beffe della ricca borghesia era maestro.

Aranoa fa oggi in Spagna una cosa che al cinema italiano riusciva benissimo negli anni Settanta, salvo poi perdere l’ispirazione, ovvero mettere alla berlina il ricco. El Buen Patròn fa tornare in mente uno dei meno celebrati film di Steno, Il padrone e l’operaio, in cui un insoddisfatto capitano d’azienda interpretato da Renato Pozzetto invidiava l’indipendenza libertina di un suo sfaccendato operaio.

Il Blanco di Bardém non ha lo stesso problema, anzi, mentre il lavoratore di oggi sembra avere dimenticato l’insegnamento di Giorgio Gaber per cui anche l’operaio non ne può più di fare l’operaio. Questo è il lato davvero oscuro di El Buen Patròn, la consapevolezza che i sottoposti non siano poi tanto migliori del padrone in una società sempre più individualista e autoreferenziale.

El Buen Patròn ha debuttato al festival di San Sebastian, per poi approdare al BFI London Film Festival, ma soprattutto è il rappresentante spagnolo nella corsa a l’Oscar per il miglior film straniero 2022.

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E si meriterebbe una candidatura anche Javier Bardem, assolutamente perfetto nei panni di questo illuminato industriale che, in effetti, ha capito davvero alla perfezione che l’equilibrio nella vita è tutto.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO:
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