AI, animazione e fumetti, Daniel Knauf spiega pregi e falsi rischi

Sceneggiatore, showrunner, executive producer, autore di fumetti e produttore televisivo statunitense, Daniel Knauf è noto soprattutto per la creazione della serie HBO Carnivàle (2003), per il suo contributo alla scrittura di alcuni numeri della serie di Iron Man e come produttore della prima stagione di Spartacus: Blood and Sand. In un interessante intervento alla 29ª edizione del Cartoons on the Bay Knauf ha mostrato il ruolo dell’AI nell’industria dell’animazione come strumento per semplificare e accelerare il processo creativo e ne ha rivelato i limiti rispetto all’unicità dell’invenzione artistica.

Il nostro lavoro come artisti è emozionare le persone, toccarle in un modo che è molto, molto ricco, è come connettersi con loro a livello dell’anima. Non credo che l’AI sia in grado di farlo. Ho visto cose generate al computer, sono rimasto abbagliato da molte di queste, ma non ne sono mai stato veramente toccato emotivamente. Credo che sia questo il ruolo dell’artista: è l’estasi del riconoscimento, è quando guardi qualcosa e ti connette a te stesso a un livello molto profondo, e poi ti giri, guardi e c’è un’intera stanza piena di persone, tutti provano le tue stesse sensazioni. Insegna cosa ci rende umani. Detto questo, c’è molto lavoro da fare. Ad alcuni scrittori piace andare su chat GPT e chiedere, ma è solo uno strumento. È come la vernice, come un pennello, per lo più un trampolino di lancio per l’immaginazione. Penso che sia proprio lì che l’IA diventa molto utile per l’artista”.

Utile per compiti pratici, come la generazione di nomi per i personaggi, per quanto riguarda l’uso dell’IA nel lavoro di scrittura Knauf specifica: “Penso che acceleri un po’ il lavoro, ma resta sempre uno strumento. È come lo scalpello di Michelangelo: è uno strumento in più da usare, ma non farà il lavoro per te”.

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