Al 29° Cartoons on the Bay il maestro dell’animazione italiano, regista e disegnatore Bruno Bozzetto ha presentato l’anteprima mondiale del suo nuovo cortometraggio Rossi Boomer. “Ho iniziato la mia carriera con il signor Rossi e ho fatto otto film con lui quando non c’erano le serie televisive spettacolari. Tocchiamo ferro, però, chiudere con una serie con il signor Rossi mi fa piacere e ha anche una sua logica“, ha detto Bozzetto quando Roberto Genovesi, direttore artistico del COTB, ha annunciato l’acquisizione da parte di Rai Kids di una nuova serie sul Signor Rossi.
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Nato nel 1960 dalla mano di Bruno Bozzetto, il Signor Rossi “rappresenta l’uomo comune e come uomo comune sarà eterno“, dice l’autore delle sua creatura ormai 65enne che non ha però perso il suo smalto versatile, la sua originalità e la sua universalità. “L’uomo comune c’è sempre e ovunque, e oggi più che mai, perché si trova di fronte a qualcosa che corre più di lui e se non riesce a seguirla, a stargli dietro. La tecnologia corre e io sono convinto che il signor Rossi, come uomo comune, esisterà sempre. Quindi credo che ci siano tantissime situazioni divertenti e interessanti in cui si può veramente far capire in che modo viviamo con ironia e facendoci riflettere“.
Rossi Boomer, la trama
In Rossi Boomer il simpatico signore degli anni ’60 si ritrova improvvisamente catapultato ai giorni nostri. Perso tra telecomandi multifunzionali, domotica e cellulari, in pochi minuti il Signor Rossi si accorge dei vantaggi straordinari delle incredibili innovazioni tecnologiche che hanno investito il mondo negli ultimi decenni, ma qualcosa lo turba. Stordito e sorpreso non può fare ameno di notare una dilagante alienazione che colpisce le persone attorno a lui, che si muovono come zombie con lo sguardo concentrato sui cellulari e il volto illuminato da una luce algida e inquietante.
Bruno Bozzetto nel mondo delle tecnologie digitali
Sette lungometraggi, una lista quasi infinita di cortometraggi e di premi, tra cui una candidatura agli Oscar nel 1991 (per il cortometraggio Cavallette), e poi serie e libri, il lavoro di Bruno Bozzetto rappresenta una pietra miliare nella storia dell’illustrazione e dell’animazione. Mentre le nuove tecnologie digitali avanzano e si riflette sui vantaggi e le minacce dell’uso dell’AI, i suoi personaggi e la sua immaginazione un po’ pop sembrano non essere affatto invecchiati e sanno adattarsi al cambiamento con disinvoltura, ironia e un notevole senso critico.
“Il mio lavoro consiste nel togliere, non nell’aggiungere. Quando c’è un’idea, quando c’è una storia, il vero lavoro è togliere, arrivare all’essenziale – dice Bozzetto – Ho l’impressione che l’intelligenza artificiale faccia un po’ il contrario. Lei prende, aggiunge. Poi magari arriva anche a dei risultati interessanti, ma a me interessa il contenuto, l’osso. Se si ha un’idea chiara in testa, ma molto chiara, l’intelligenza artificiale deve farla come la si vuole, ma io ho dei dubbi che arrivi a fare esattamente questo“.
A proposito dei sui film, Bozzetto aggiunge un’osservazione particolarmente interessante: “Ho studiato il processo creativo di alcuni film che ho fatto anni fa e mi rendo conto che è molto random e molto assurdo. C’è una logica fino a un certo punto e poi di colpo si va nel surreale, poi si va in un racconto personale, poi si va in qualcosa che magari si ha letto e si interpreta in maniera diversa. È molto complessa la creazione. Vorrei capire che tipo di processi fa l’intelligenza artificiale. Trovo che nella creazione ci siano dei salti di logica imperscrutabili. Io parto con una storia, un racconto personale, che poi di colpo diventa surreale, poi torna realistico, poi c’è la battuta umoristica che non c’entra nulla e poi si torna nella fantasia totale. Questi processi sono molto strani, forse un po’ folli, ma seguo sempre un filo che ho in testa. Sono tanti fattori, tutti separati, che confluiscono in un’unica direzione, quella che ho in testa io. Dubito che l’intelligenza artificiale possa starci dietro“.