Con l’anteprima di Maracuda Cartoons on the Bay va nella Preistoria

Il regista Viktor Glukhushin racconta a Ciak il film in anteprima italiana al Cartoons on the Bay 2025

Crescere è faticoso. Lo è oggi, nel mondo moderno, ma lo era anche milioni di anni fa durante l’Età della Pietra, l’epoca preistorica nella quale è ambientato Maracuda – Diventare grandi è una giungla, il nuovo film d’animazione del regista russo Viktor Glukhushin, presentato in anteprima al Cartoons on the Bay 2025 sabato 31 maggio e in uscita nelle sale italiane con Adler Entertainment dal 5 giugno.

Protagonista è il giovane Maracuda, figlio di un potente capo tribù che si sente inadeguato rispetto alle aspettative paterne. Per dimostrare il proprio valore, il ragazzo si avventura in una foresta inesplorata dove incontra Tink, un bizzarro uccello extraterrestre dotato di poteri magici, tanto affascinanti quanto instabili. In seguito un maldestro incantesimo lanciato proprio da Tink, Maracuda si troverà costretto a prendere in mano la situazione, imparando ad assumersi le proprie responsabilità, a crescere e a riscoprire il rapporto con la tribù, specialmente con suo padre. “Presentare Maracuda al pubblico appassionato del Cartoons on the Bay è un onore” ha raccontato a Ciak il regista, con il quale abbiamo potuto approfondire anche la genesi del film e il lavoro di animazione, svolto in collaborazione con la CTB Film Company e Luminescence Kft.

Il film è ambientato nell’età della pietra. Quali sono state le fonti di ispirazione per la storia di Maracuda? 

Eravamo affascinati dal mistero e dalle possibilità del mondo preistorico. Ci siamo ispirati a qualche tradizione narrativa, ai racconti di sopravvivenza, di strane creature e del legame tra uomo e natura. La storia ci ha permesso di esplorare temi universali come il superamento del divario generazionale, la paura dell’ignoto e il coraggio di fare un passo nel futuro. E abbiamo anche un po’ giocato con le ipotesi che suggeriscono che la vita sulla Terra si sia originata da un fattore scatenante arrivato dallo spazio.

Quali sono state le principali sfide nella produzione, nella progettazione dei personaggi e nella creazione delle ambientazioni preistoriche?

Il nostro obiettivo era creare uno stile visivo che sembrasse tattile e organico e che rispecchiasse la crudezza dell’età della pietra, pur consentendo dei movimenti espressivi e una profondità cinematografica. Una delle sfide più grandi è stata trovare il giusto equilibrio tra stilizzazione e credibilità, ovvero inventare un mondo che sembrasse antico ma emotivamente accessibile. Creare i paesaggi ha richiesto molta immaginazione: volevamo che l’ambiente sembrasse quasi un personaggio a sé stante.

Il suo precedente lavoro animato è stato Lo schiaccianoci e il flauto magico, un film molto legato alla tradizione russa. In che modo Maracuda rappresenta una continuazione o un’evoluzione del suo stile registico?

Maracuda è sicuramente un’evoluzione. Con Lo schiaccianoci abbiamo lavorato all’interno di una cornice fiabesca e classica con forti radici musicali, mentre con questo nuovo film ci siamo avventurati in un tipo di narrazione più primordiale, più visiva e per molti versi più cinematografica. Ma entrambi i film condividono l’amore per la fantasia e la meraviglia, ed entrambi riflettono la mia convinzione che l’animazione sia un modo potente per raccontare storie emotivamente ricche attraverso le culture e le generazioni.

Che reazione si aspetta dal pubblico, in particolare dai bambini, che vedranno Maracuda?

Spero che i bambini si lascino coinvolgere dall’avventura, ridano, si stupiscano e perché no, abbiano anche un po’ di paura, ma in modo sicuro ed emozionante. Se usciranno dal film sentendosi ispirati o pensando al mondo in modo diverso, allora avremo fatto il nostro lavoro.

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