L’intervista. Roberto Genovesi: «Abbiamo ampliato lo sguardo sul mondo pop»

Dal 29 maggio prende il via la 29ª edizione di Cartoons on the Bay, il festival internazionale dell’animazione crossmediale e della TV dei ragazzi promosso da Rai e organizzato da Rai Com. Un appuntamento che, anno dopo anno, è diventato un punto di riferimento per il mondo dell’animazione, del fumetto e della creatività digitale, anche grazie alla visione e alla guida di Roberto Genovesi, direttore artistico per ben quattordici edizioni.

Quella del 2025 sarà la sua ultima alla guida del festival, ora che è stato chiamato a dirigere Rai Kids, ma il programma che ha curato è tutt’altro che un commiato: è un’edizione che guarda al futuro, tra nuove narrazioni, talenti emergenti, scenari internazionali e riflessioni sull’intelligenza artificiale. Un’edizione che celebra grandi nomi come Quentin Blake e Rob Minkoff e che amplia lo sguardo oltre i confini dell’animazione tradizionale, includendo videogiochi, web e radio, in un racconto sempre più fedele ai consumi culturali delle nuove generazioni.

Lo abbiamo intervistato per farci raccontare le novità del festival, il senso di questa ultima edizione e l’eredità che lascia a chi raccoglierà il suo testimone.

Edizione numero 29ª di Cartoons on the Bay. La tua quattordicesima da Direttore. Che cosa dobbiamo aspettarci? 

Cerchiamo ogni anno di alzare l’asticella, anche se diventa sempre più complesso dopo quasi tre decenni. Il nostro lavoro si basa molto sullo scouting: scoprire nuovi talenti, nuove narrazioni e tecniche. Quest’anno premiamo Quentin Blake, il più grande illustratore di libri per ragazzi dell’ultimo secolo, e Rob Minkoff, regista de Il Re Leone, un vero caposaldo del cinema d’animazione.
Abbiamo anche ampliato lo sguardo sul mondo pop: non solo animazione, videogiochi e fumetti, ma anche radio e web, sempre più presenti nella “dieta mediatica quotidiana” di bambini e adolescenti. È un’istantanea di quello che sta accadendo e di ciò che potrebbe accadere.

Tra le novità di quest’anno c’è il focus sui Paesi scandinavi. È una coincidenza che Flow, il film vincitore dell’Oscar nella categoria animata, arrivi proprio da quelle zone?

Pensa che Flow l’avevamo già presentato in anteprima con ADE – Apulia Digital Experience lo scorso ottobre. Già allora avevamo percepito un fermento importante nell’animazione scandinava e dell’Est Europa, aree spesso fuori dai radar internazionali che in realtà meritano enormemente di essere ascoltate. Ospitando questi paesi al Cartoons speriamo di metterli in dialogo con i “grandi” dell’animazione europea – Francia, Germania, Inghilterra, Spagna – perché realtà come la Polonia o l’Ungheria stanno giocando un ruolo cruciale nello sviluppo dei grandi blockbuster, anche nei videogiochi.

Altro tema chiave è l’intelligenza artificiale. Qual è la tua visione, nell’animazione e oltre?

Come ogni strumento, l’intelligenza artificiale va prima compresa nelle sue caratteristiche, nelle finalità e nelle potenzialità e poi usata con intelletto e bravura, così da poterla trasformare in un’opportunità. Può essere utile, ma non deve diventare una scorciatoia creativa. L’animazione è fatta di idee e l’imprevedibilità dell’intelligenza umana resta insostituibile e superiore. Anche perché i prodotti d’animazione – e non solo – generati con IA si riconoscono subito: hanno meno anima, meno originalità. Usarla sì, ma senza sostituire la creatività umana.

Questa sarà la tua ultima edizione da direttore, ora che sei a capo di Rai Kids. Che eredità pensi di lasciare?

Dal 2009 abbiamo trasformato Cartoons on the Bay da festival dedicato solo all’animazione in un evento che racconta anche fumetti, videogiochi e social. Abbiamo cercato di raccontare un pubblico fatto di “isole crossmediali” in movimento, in cui bambini e ragazzi si muovono tra tanti linguaggi diversi. Speriamo di aver lasciato un segno e fornito strumenti utili agli operatori per guardare al futuro.

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