Davos: presentata a INCONTRI la serie kolossal dalla Svizzera

Una spy-story spettacolare ambientata durante la Prima Guerra Mondiale, un budget da oltre 10 milioni di euro nel 2019, diventati nel 2022 quasi 18 milioni, per una co-produzione internazionale che coinvolge già Germania e Belgio. È Davos, la grande scommessa della serialità (non solo) svizzera, presentata il 27 aprile agli INCONTRI di IDM Film Commission Südtirol dai produttori Ivan Madeo (Contrast Film) e Bettina Alber (SRF, ovvero la radiotelevisione pubblica svizzera). Un caso talmente significativo, ha rimarcato nell’introduzione Torsten Zarger, da spingere IDM a dedicare, differentemente dal solito, il focus di quest’anno a un progetto non ancora compiuto (il debutto è previsto per la fine dell’anno).

È alla primavera 2015 che Alber fa risalire il «momento magico» in cui ha iniziato a prendere forma quella che sarebbe diventata Davos. «Cercavamo storie che dicessero qualcosa di noi, della nostra società, delle nostre relazioni», racconta. La domanda posta perciò durante un brainstorming dello staff adibito alla fiction è stata: «Cosa ha di speciale la Svizzera?». E una risposta non poteva che essere Davos, la città e il sanatorio della Montagna incantata di cui si narra nell’omonimo romanzo di Thomas Mann.

È qui che si ambienta la serie, in un’apparente oasi di neutralità e pace dove in realtà si svolge un’altra guerra all’ombra di quella militare, la guerra delle spie. La protagonista Johanna, una giovane infermiera innamoratasi di un dissidente tedesco, viene dunque «coinvolta in un gioco mortale con gli agenti dei servizi segreti», in virtù del quale «diventa qualcuno che non era prima», come ha anticipato Madeo. «La premessa era assolutamente affascinante», sottolinea quest’ultimo, che evidenzia dal suo punto vista l’attualità della vicenda: «Oggi come in passato, i potenti del mondo si incontrano a Davos, anno dopo anno. Come in passato, la fiducia nelle élite sta venendo meno. E, come in passato, c’è un conflitto tra ideologie».

Il processo produttivo, che ha visto il coinvolgimento di Madeo e dei partner belga e tedesco, è stato però attraversato da una poderosa riscrittura per rendere la storia narrata ancora più accattivante per il pubblico internazionale. Infatti, un primo concept, di cui abbiamo visto l’esemplificativo trailer, vedeva protagonista il personaggio del dissidente tedesco, un medico segnato dall’orrore della guerra. «Troppa azione, troppo sangue e nessuna empatia per il personaggio principale» i problemi ravvisati, da cui, prosegue Madeo, una fase di «ridirezionamento della storia», con «nuove tonalità e nuovi conflitti», che porta tra le altre cose a definire un’altra figura principale, Johanna. «Il mondo mi ha cambiato, io cambierò il mondo», afferma quest’ultima nel trailer della nuova e definitiva veste di Davos. Che, ora, è in cerca di «nuovi finanziamenti e nuovi partner». E chissà che non li trovi proprio a INCONTRI.

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