Qualità, libertà e internazionalità: la formula di Paramount+ a INCONTRI

Top Gun – Maverick, The First Lady, Sonic – Il film 2, Clifford – Il grande cane rosso, Halo, Scream 5, Yellowjackets, Your Honor, The Lost City, A Quiet Place II: sono solo alcuni dei film e delle serie tv più recenti che compongono o andranno presto a comporre l’offerta di Paramount+, la piattaforma streaming lanciata lo scorso anno dal colosso Paramount Global e in procinto di sbarcare (nella seconda metà del 2022) anche in Italia e nei Paesi di lingua tedesca. Un evento che è stato tra gli argomenti centrali della mattinata di giovedì 28 aprile agli INCONTRI di IDM Film Commission Südtirol. Dove Sabine Anger, Vice Presidente Senior di Paramount Global per l’Europa Centrale e Settentrionale e l’Asia, ha illustrato alcune caratteristiche del nuovo servizio, rispondendo in collegamento da Berlino alle domande di Torsten Zarges.

È un approccio all’insegna della «flessibilità», spiega Anger, quello che Paramount propone ai suoi utenti: dando loro la possibilità di scegliere tra un servizio video on demand su abbonamento, quello di Paramount+, e un servizio gratuito ma con presenza di pubblicità, ovvero Pluto TV, già arrivata in Italia con 40 canali tematici live, che spaziano dal cinema all’informazione di CBS allo sport. Dal canto suo però, Paramount+ farà accedere alla library di produzioni originali della major, inclusi franchise Paramount popolarissimi come Star Trek e Transformers, ma anche titoli targati Showtime (The L Word, Penny Dreadful, Twin Peaks) e Comedy Central (Friends, How I Met Your Mother), tra gli altri. Una «grande varietà di contenuti» sottolinea Anger, dove «è la qualità a fare la differenza» e a rivelarsi attrattiva per il consumatore».

Ma, al pari di altre grandi realtà dello streaming, da Netflix a Disney passando per Amazon, Paramount+ si pone anche come soggetto produttivo impegnato in territori fuori dagli USA. Sono 50, annuncia Anger, gli script internazionali originali già approvati per il 2022. Ne sapremo di più «via via che ci avviciniamo al giorno del lancio», che in Italia, Regno Unito e Germania sarà in collaborazione con Sky. Comunque, l’orizzonte di Paramount+ punta fino all’Estremo Oriente, con l’interesse (anche) di sperimentare la traduzione di format statunitensi in contesti come quello sudcoreano. Chiuso un accordo anche con la francese Gaumont, definito da Anger «una grande opportunità». Comunque, la modalità di collaborazione sarà «stabilita caso per caso» secondo le caratteristiche del Paese e delle realtà coinvolti.

Un nodo non aggirabile, tanto più alla luce delle discussioni della precedente giornata di INCONTRI (col punto di vista dello sceneggiatore Nicola Guaglianone) è il rapporto con gli artisti. «Daremo libertà creativa ai creatori di contenuti», assicura al riguardo Anger. Per quanto riguarda poi le collaborazioni con i diversi Paesi, uno degli obiettivi resta far sì che una produzione locale «possa anche viaggiare in giro per il mondo: se è francese può essere vista in Sud America, se è tedesca può essere vista in Corea del Sud», sfruttando in questo il potenziale dei servizi streaming di raggiungere contemporaneamente più parti del pianeta.

Tra i vantaggi su cui può e potrà contare Paramount+ secondo Anger, anche il fatto che oggi ci si rivolge a un pubblico ormai avvezzo alla realtà delle piattaforme, a differenza del periodo in cui approdarono nel mondo realtà come Netflix: «Non c’è più bisogno di far capire ai consumatori cosa sia lo streaming». Tanto più che «l’interfaccia di Paramunt+ non è molto diversa da quella a cui i fruitori sono abituati». 

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