Il 2022 di INCONTRI: Guaglianone, lo streaming e le scoperte dall’Europa

Se il ruolo delle piattaforme streaming è uno dei nodi chiave attorno a cui ruoteranno gli INCONTRI di IDM Film Commission Südtirol – Alto Adige del 2023, la questione aveva rivestito un’importanza non meno dirimente nel corso della precedente edizione, svoltasi a Merano dal 26 al 29 aprile 2022. Con un ottimismo forse maggiore di quello diffuso ora: di una potenziale «età dell’oro» aveva parlato, tra gli altri, lo sceneggiatore Nicola Guaglianone, ma mettendo in guardia a proposito di due criticità.

Una di tipo culturale, nel pericolo di «perdere le proprie radici» in una generale omologazione di estetiche, idee e specificità locali. La seconda di tipo economico, per la presenza di «tanti autori ma sono pagati poco», in una logica che privilegiava la quantità alla qualità di serie e film prodotti. Guaglianone proponeva come soluzione la nascita di «una sola grande casa per gli sceneggiatori italiani», facendone valere al meglio le istanze.

Sempre a INCONTRI 2022, Sabine Anger (Paramount Global) aveva introdotto la new entry nel panorama streaming italiano (e non solo), la piattaforma Paramount+: specificandone i propositi di «varietà», «qualità» e «flessibilità» dell’offerta (affiancando il servizio su abbonamento ai contenuti gratuiti con pubblicità di Pluto TV). Per l’occasione il produttore Gianluca Curti (Minerva Pictures) si era soffermato sul progetto che lo vede tuttora impegnato proprio col colosso Paramount, la serie su Oriana Fallaci, attualmente in lavorazione.

Curti aveva poi aggiunto di vedere in «una partnership democratica tra grandi piattaforme e produttori indipendenti» la strada per il futuro, parlandone assieme a Benjamina Mirnik-Voges (Disney), Heinrich Ambrosch (Satel Film) e Nicola De Angelis (Fabula Pictures): il dibattito aveva toccato, tra le altre cose, la necessità di un intervento legislativo in Italia sul nodo della proprietà intellettuale e l’idea di una maggiore partecipazione degli artisti in veste di «produttori associati» (sottolineata da De Angelis).

Il sistema streaming era stato analizzato anche dal punto di vista della psicologia evolutiva col Prof. Frank Schwab (Università di Würzburg) e da quello del finanziamento pubblico ai film in Europa. In quest’ultima ottica, «riformarsi per rimanere rilevante e attrattivo» era il problema emerso dall’indagine di Tomas Eskilsson (Film i Väst) presentata nell’ultima giornata.

Una discussione che ha riguardato la definizione di «cosa è pubblico» (Marco Alessi, Dugong Films) e la necessità di distinguere quest’ultimo dagli interessi delle piattaforme, rimarcando da un lato la necessità di un finanziamento più selettivo e legato a «criteri forti» (per il produttore indipendente Henning Ferber), dall’altro la volontà di mantenersi «aperti e flessibili» (per Birgit Oberkofler, Responsabile di IDM). Essenziale era parso capire «dove tracciare la linea» (Iole Giannattasio, del Ministero della Cultura italiano) mantenendo saldi obiettivi come «preservare l’uscita in sala» (Sergio García de Leániz, Eurimages).

L’11mo appuntamento con INCONTRI aveva infine offerto un’interessante vetrina dei fermenti creativi nell’industria audiovisiva europea: dall’ambiziosa serie storico-spionistica tra Svizzera, Belgio e Germania Davos (presentata da Bettina Alber di SRF e Ivan Madeo di Contrast Film) alle realtà baltiche (illustrate dai produttori Rūta Adelė JekentaitėRūta Kaupaitė, Guntis TrekterisEvelin Penttillä), passando per i tre progetti del laboratorio di RACCONTI (decima edizione): l’horror sui generis Advent di Lorenz Tröbinger, il dramma sociale The Lizard-Boy di Daniel von Aarburg e la commedia interculturale We don’t need another hero di Ben von Grafenstein.

Add to Collection

No Collections

Here you'll find all collections you've created before.