Ha vinto la Palma d’oro a Cannes per il miglior film per ben due volte, nel 1988 con Pelle alla conquista del mondo, tratto dal romanzo di Martin Andersen Nexø (che poi vinse anche l’Oscar come miglior film straniero) e nel 1992 per Con le migliori intenzioni, tratto da una sceneggiatura autobiografica di Ingmar Bergman. Bille August è sicuramente il personaggio più autorevole dell’Italian Global Series Festival, infatti Marco Spagnoli, direttore artistico dell’evento romagnolo gli ha affidato il compito di presiedere la giuria della sezione Limited della rassegna.
“Credo di aver fatto il Presidente in circa sette festival diversi. Mi piacciono queste rassegne, perché dal punto di vista di un regista e di un creatore, vedere all’improvviso tutte queste meravigliose serie televisive o film è molto stimolante ed emozionante. È un lavoro fantastico ma è anche un lavoro difficile perché significa molto per coloro che riceveranno il premio. Quindi serve molto rispetto nel farlo” ci racconta serissimo il regista danese che a Riccione gli è stato consegnato anche il Nastro d’Argento Grandi Serie per Il Conte di Montecristo.
Ha visto delle belle serie?
“Non posso ancora dire quali ma in generale ci sono delle produzioni davvero molto grandi e provenienti da tutto il mondo, con una qualità sorprendentemente molto alta. Sono davvero impressionato. È per me anche fonte di ispirazione”
Quali sono i criteri che adotterà?
“Naturalmente deve essere eseguita in modo professionale. Guarderemo a molte cose, come la recitazione, il valore cinematografico e deve parlare al mio cuore per meritare il premio“
È meglio farle le serie o giudicarle?
“Sono due cose diverse. Naturalmente amo fare film e serie televisive.
Lo faccio da credo 45 anni. Le adoro, è il mio lavoro. Ma è anche bello vedere cosa fanno altri registi e altri produttori. È davvero molto stimolante ma se un prodotto è brutto può anche essere doloroso, anche se in un festival di solito c’è chi fa una selezione a priori per cercare di ottenere le migliore produzioni da tutto il mondo“
Lei che ha fatto dei capolavori cinematografici perché ha deciso di fare anche le serie?
“Dipende sempre dalla storia. Se la storia richiede una serie televisiva, allora faccio una serie televisiva. Voglio dire, Il conte di Montecristo non avrei mai potuto farlo come lungometraggio. Era un lavoro così complesso e servivano diversi elementi per capire la psicologia del protagonista. Ho fatto cinque serie televisive perché la storia lo permetteva e ne aveva bisogno”
Contento del successo de Il conte di Montecristo?
“Sono molto contento! Penso che il valore della produzione sia ottimo. Mi piace anche la qualità cinematografica della serie“
Come è stato lavorare con degli attori italiani?
“Non ne sapevo molto. Ho dovuto documentarmi e vedere molte serie televisive e film. Avevamo però un ottimo direttore casting che mi ha aiutato a scegliere quelli che mi servivano. La qualità degli attori in Italia è incredibile, sono stati meravigliosi. A volte cose diverse si combinano in modo splendido e altre volte no. Ma con una storia così potente e una ottima produzione non poteva essere diversamente“
Il sindacato dei giornalisti italiani le ha consegnato un premio speciale per la sua serie. Di solito è più contento quando conquista la critica o il pubblico?
“Sono felice che mi abbiano dato questo premio perché è un gradito riconoscimento del mio lavoro. Credo che i premi servono a rendere il pubblico consapevole di ciò che abbiamo fatto, questo è importante“
Cosa pensa dei critici cinematografici, legge le loro recensioni?
“Ci sono buoni e cattivi critici cinematografici. Leggo raramente le loro recensioni. Se sei orgoglioso di quello che hai fatto non hanno molta importanza”
Cosa pensa della cinematografia italiana?
“Ci sono dei registi molto bravi e spero un giorno anche di incontrarli. È bello conoscere colleghi da tutto il mondo e voi avete assolutamente dei grandi registi”
È ancora interessato a fare un film su Gianni Versace?
“Sì, spero che si faccia. Ci stiamo ancora lavorando. Ci è voluto molto tempo per metterlo insieme e costruirci sopra una grande storia cinematografica. Spero davvero che un giorno si realizzi“
Quale dei suoi film potrebbe avere i requisiti per farne una serie?
“Non lo so. Voglio dire dipende sempre dalla storia. Mi sono state proposte molte storie di cui si vuole fare una serie televisiva, ma anche libri, romanzi. E per tante di queste mi sono detto: è troppo breve o è troppo compromettente o non funzionerebbe“
Non farebbe una serie su La Casa degli Spiriti?
“Ho sentito dire che l’hanno appena realizzata in Cile, in lingua spagnola“
C’è qualcosa di cui si pente?
“Non dico di rimpiangere, ma mi mancano molto i miei otto figli. Questo lavoro mi porta via per tanto tempo. A volte sono un po’ arrabbiati con me perché non sono mai a casa, ma Il Conte di Montecristo ha richiesto due anni di lavoro. È un tempo davvero molto lungo“
E la cosa di cui va più orgoglioso?
“Ci sono film di cui sono più orgoglioso e quelli di cui lo sono un po’ meno. È difficile da dire, perché inizi una produzione, ci credi e poi invece non funziona. Ma non mi chieda di fare dei nomi perché sono comunque i miei bambini, quindi devo sostenerli tutti“
Palomar ha annunciato che la vostra collaborazione continuerà.
“Sì, abbiamo un’ottima collaborazione. Mi piace lavorare con loro. Perché sono fantastici. Rispettano l’integrità delle persone che creano il loro lavoro. E questo mi piace. Sono dei veri produttori. Non pensano solo soldi ma soprattutto al risultato“