Da bambino era un appassionato di Doctor Who, la quasi infinita serie fantastica che dal 1963 ai giorni nostri ha imperversato nelle reti di tutto il mondo appassionando diverse generazioni di spettatori, tanto lunga che Mark Gatiss, una volta cresciuto, riuscì a diventarne uno degli sceneggiatori. Attore, comico, vincitore di un Emmy, creatore e cosceneggiatore insieme a Steven Moffat della serie Sherlock, in cui ha ricoperto il ruolo di Mycroft Holmes, Gatiss è ora ospite dell’International Global Series 2025, dove presenta la nuova serie Bookish, di cui è sia sceneggiatore che interprete.
Gli piacevano le parole e la letteratura, il suo primo libro fu “Grandi speranze” di Charles Dickens (conserva ancora la copia che ricevette in dono a soli 5 anni), da allora Mark Gatiss ha continuato a coltivare la sua passione per la scrittura, per i romanzi, in particolare di Conan Doyle e di H.G. Wells, e per i film dell’orrore, fino a diventare interprete e creatore di testi e scene intrise di quell’umorismo britannico dai tratti unici, dall’irresistibile sarcasmo black.
“Doctor Who era il mio programma preferito, lo è ancora – dice Gatiss a Riccione – Ancora ricordo l’emozione di quando lo vedevo e anche ora nessuno può fermarmi dal guardarlo. È nato come un programma televisivo originale, con una idea molto semplice alla base. Fondamentalmente si tratta di una serie di avventure nello spazio e nel tempo e credo che sia proprio questa la sua forza. Con una macchina del tempo puoi fare praticamente qualsiasi cosa”.
Sceneggiatore di alcuni dei tantissimi episodi di Doctor Who, Gatiss è anche comparso come interprete in tre di essi. “Quando mi hanno proposto di andare a Cardiff per interpretare il professor Lazarus è stato uno dei giorni più belli della mia vita”.
Con Steve Pemberton, Reece Shearsmith e Jeremy Dyson negli anni ’90 Gatiss ha fondato il quartetto comico britanno noto come The League of Gentlemen, dal quale sono nati prima una serie televisiva e poi un film. “Tutto è nato dalla nostra amicizia, dalla nostra capacità di ridere di qualsiasi cosa, anche delle più serie o dark. Condividevamo la stessa amicizia, la stessa sensibilità, ed eravamo influenzati dalle stesse cose, dagli stessi film, che fossero horror o commedie”, racconta Gatiss.
E poi Gatiss svela il segreto del suo umorismo: “Penso che ciò che è divertente è divertente e non devi necessariamente forzare le cose perché siano divertenti. Devi solo saper cogliere il senso dell’assurdo che c’è nella vita. I tabù, ciò che sembra cupo, ciò che disturba: se osservi bene queste cose sono divertenti e soprattutto in questi tempi così bui c’è solo bisogno di farci una risata sopra”.
Di Sherlock Gatiss ricorda la semplicità con cui i racconti di Doyle si adattavano alla creazione della serie: “Doyle è un genio e noi lo abbiamo semplicemente saccheggiato”. In un certo senso anche la nuova serie Bookish, un crime immerso in una commedia drammatica, discende delle storie di Sherlock Holmes.
Intrisa del più classico umorismo britannico la serie Bookish, ambientata nella Londra del 1946, segue la storia di un colto e anticonvenzionale proprietario di una libreria, Gabriel Book, che adora risolvere i crimini più intricati. “Gli anni ’30 e ’40 sono una grande fonte di ispirazione. Sono stati un’epoca d’oro per la creatività soprattutto britannica, anche a causa della guerra. Adoro i film e i libri di quel periodo, in cui c’era uno straordinario ottimismo misto a una certa follia”.
“Ho sempre voluto interpretare un detective– continua Gatiss a proposito di Bookish – La serie è divertente, ma anche un po’ oscura e parla di questo libraio antiquario, un gay che ha una moglie con cui condivide un matrimonio di facciata. Combina diversi temi ed è il tipo di show che avrei sempre voluto fare”.