Domenica 1 Settembre 2020

Film in gara oggi: “Khorshid” (Sun Children)

Il cinema iraniano contemporaneo vive un momento particolarmente complesso, legato a doppio filo alle politiche interne, e quindi alle molte censure a cui devono sottostare cineasti e produttori, soprattutto i più indipendenti, e naturalmente al complesso sistema di sanzioni ed embarghi incrociati da parte di Stati Uniti, Unione Europea e Nazioni Unite, che rende molto difficile e costosa la reperibilità dei materiali per lavorare.

Eppure, nonostante questi non indifferenti impedimenti, il movimento cinematografico nel paese è sempre incredibilmente vitale. Lo dimostrano i molti giovani registi che riescono a mandare i loro cortometraggi in giro per il mondo, aggirando in un modo o nell’altro i blocchi a cui è sottoposto internet in Iran, tra cui quello dei pagamenti online internazionali, che spesso impedisce di iscrivere i propri film ai festival.

È proprio il caso di dire che l’arte non conosce ostacoli e confini, lo stesso vale per le forme del racconto, universali anch’esse. Nel cinema iraniano contemporaneo c’è una riscoperta dei generi classici applicata alle lezioni impartite e lasciate dai grandi maestri del cinema del loro paese. Lo dimostra Majid Majidi nel suo Khorshid (Sun Children), in concorso quest’anno per la prima volta alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Majidi è tutt’altro che un esordiente, il suo primo film, Pedar, del 1996, frequentò festival importanti come San Sebastian e Torino, vincendo premi, e negli anni ha frequentato Berlino e anche Venezia, nel 2002, nella sezione Nuovi Territori.

Majidi è della generazione di Jafar Panahi, hanno solo un anno di differenza, e come lui aperto a un cinema con contaminazioni occidentali. Khorshid si divide tra il classico neorealismo iraniano e una tradizione letteraria d’appendice, di dickensiana memoria. Un bambino che vaga per le strade di Teheran viene arrestato per un furtarello e messo in riformatorio. Uno dei suoi educatori gli svela un giorno che proprio sotto la scuola è nascosto un tesoro. Il giovane inizia così la sua ricerca, ponendosi però di fronte a un dilemma morale: usare questa ricchezza a fin di bene o tenerla egoisticamente per sé? Una situazione ricorrente nel cinema iraniano, quella della scelta, mettendo a confronto l’individuo con la collettività. Un sentimento radicato che spiega anche il desiderio dei cineasti iraniani di far viaggiare i loro film. Per raccontare un paese che ha bisogno di sentirsi libero di scegliere.

 

KHORSHID – SUN CHILDREN
Iran, 2020, Regia: Majid Majidi Interpreti: Ali Nasirian, Javad Ezzati, Tannaz Tabatabaie, Rouhollah Zamani Durata: 99’

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