Domenica 1 Settembre 2020

La Mostra del ricambio

Una delle virtù di questa strana Mostra in tempi di coronavirus è lo spazio. Non solo lo spazio fisico che necessariamente dobbiamo rispettare tra una poltrona e l’altra. Ma anche – soprattutto – lo spazio mentale, un’apertura inedita di attenzione per ciò che sovente veniva coperto dal chiasso mediatico. E dunque per ciò che rappresenta un fondamentale elemento di rinnovamento. Nuovi sguardi, anche nella competizione ufficiale, nuovi autori (e soprattutto tante autrici, mai come quest’anno), nuove generazioni.

L’assenza forzata dei grandi divi americani – il direttore Alberto Barbera ha spiegato assai bene come gli avvocati delle major abbiano dettato legge alle produzioni impedendo di viaggiare verso l’Europa ai talent e ai film – ha favorito gli indipendenti. Gli indipendenti americani, certo. Ma non solo loro. Giornalisti e critici si sono trovati quasi “costretti” a fare delle scoperte. Spesso piacevoli. Una delle sezioni che per vocazione dà spazio alle opere prime e ai nuovi talenti è la Settimana della critica: Non odiare di Mauro Mancini, il film italiano in competizione, ci è sembrato uno dei più promettenti nella squadra nazionale. 

La Settimana, già da qualche anno, propone anche una sezione di cortometraggi, sempre italiani, Sic@Sic, realizzata in collaborazione con Luce Cinecittà: anche lì abbiamo trovato nuove leve promettenti, registi di cui sentiremo sicuramente parlare. Il ricambio generazionale è più che mai indispensabile, il cinema non è fatto solo di venerati maestri. Se i giovani cineasti “saranno famosi” lo scopriremo negli anni a venire, ma intanto in questa Mostra quasi “marziana”, si sono spalancate le finestre facendo circolare un’aria nuova. Torneremo – si spera presto – ad affollare le sale e i festival. Ma facciamo tesoro dello spazio mentale conquistato.

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