Il film del giorno: Blonde

BLONDE

USA 2022, Regia Andrew Dominik Interpreti Ana de Armas, Adrien Brody, Bobby Cannavale, Xavier Samuel, Julianne Nicholson, Lily Fisher, Durata 166’ – Plan B / Netflix

«Marilyn era una donna profondamente traumatizzata e quel tipo di trauma esige una spaccatura tra un’identità pubblica e un’identità privata. È una realtà che si applica a chiunque, ma quando si tratta di un personaggio famoso, quella frattura spesso si manifesta pubblicamente in modi che generano ulteriori traumi», racconta Andrew Dominik, regista di Blonde, aggiungendo che «il film si concentra molto sul rapporto di Norma con se stessa e con quest’altra persona, Marilyn, che è al tempo stesso la sua armatura e la cosa che minaccia di consumarla». Quello del regista e scrittore neozelandese è un felice ritorno in concorso alla Mostra di Venezia dopo che, nel 2007, The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford, aveva permesso a Brad Pitt di aggiudicarsi la Coppa Volpi. Nel 2012 Dominik ha poi portato Killing Them Softly in concorso a Cannes, prima tornare a Venezia fuori concorso nel 2016, con One More Time With Feeling.

Blonde, scritto e diretto da Dominik adattando l’omonimo romanzo di Joyce Carol Oates. Blonde, dopo l’anteprima veneziana sarà su Netflix dal 23 settembre dove, ed è la prima volta in assoluto per un Netflix Original, sarà marchiato dal divieto di visione ai minori di 17 anni.

«Abbiamo lavorato su questo film molte ore ogni giorno, per quasi un anno», ha raccontato Ana de Armas, «Ho letto il romanzo di Joyce Carol Oates, studiato centinaia di fotografie, di video, di registrazioni audio, di filmati, tutto quello su cui sono riuscita a mettere le mani. Tutte le scene del film sono ispirate a immagini esistenti. Passavamo in rassegna ogni minimo dettaglio di ogni fotografia e discutevamo cosa stesse avvenendo quando la foto era stata scattata. La prima domanda era sempre: “Cosa stava provando qui Norma Jeane?”. Volevamo raccontare il lato umano della sua storia. La notorietà è quello che ha reso Marilyn la persona più visibile nel mondo, ma è anche quello che ha reso Norma Jeane la più invisibile». Ana De Armas ha donato tutta se stessa a Marilyn, mostrando un impegno instancabile: ogni mattina dei 47 giorni delle riprese passava tre ore al trucco e parrucco prima di poter andare sul set dove era chiamata a interpretare scene emotivamente estenuanti (per non parlare dello sforzo effettuato per nascondere l’accento cubano). La sua interpretazione ha impressionato Dominik, che ha dichiarato di essere stato «molto fortunato ad avere Ana perché è in grado di fare qualunque cosa. È stata bravissima. Coglieva l’essenza di Marilyn in un attimo, dimostrando una sensibilità a fior di pelle e comprendendo tutte le mie richieste. Grazie alla presenza di Ana ogni scena prendeva vita».


L’altro film in concorso

BEYOND THE WALL

Shab, dakheli, divarIran, 2022. Regia Vahid Jalilvand. Interpreti Navid Mohammadzadeh, Diana Habibi, Amir Aghaee. Durata 2h 6’.

Una «metafora concentrazionaria che non potrebbe essere più rappresentativa dell’Iran di oggi»: così il Direttore di Venezia 79 Alberto Barbera ha definito Beyond the Wall (Shab, dakheli, divar), il primo dei due film iraniani in concorso alla Mostra. E quel Paese (insieme all’Ucraina in guerra) gode di un focus politico privilegiato alla Mostra di quest’anno, dopo la stretta repressiva del governo locale che ha arrestato a luglio tre dei suoi maggiori registi, tra cui l’altro cineasta in gara per il Leone d’oro, Jafar Panahi. Beyond the Wall, invece, porta la firma di Vahid Jalilvand, nome tutt’altro che nuovo al Lido. Dove si è affermato nella sezione Orizzonti, con Chaharshanbeh, 19 Ordibehesht (2015, primo lungometraggio di finzione dopo oltre trenta documentari) e soprattutto Il dubbio – Un caso di coscienza (Bedoune tarikh, bedoune emza, 2017). Al centro di quest’ultimo, un medico forense e un padre indigente, entrambi angosciati dal sospetto di aver causato involontariamente la morte di un bambino. Un drammatico apologo tra legge, morale, scienza e diseguaglianze di classe, vincitore del Premio Orizzonti alla regia e all’interpretazione di Navid Mohammadzadeh. E ritroviamo l’attore in Beyond the Wall, nel ruolo di Ali, un uomo cieco che, dopo aver tentato invano il suicidio, scopre che nel suo appartamento si è rifugiata Leila (Diana Habibi), ricercata dalla polizia. La donna soffre inoltre di epilessia ed è angosciata per la sorte del figlio di quattro anni, smarrito durante una protesta operaia finita nel caos. Nel cast torna anche l’altro protagonista de Il dubbioAmir Aghaei. Insieme a No Bears di Panahi (alla Mostra il 9 settembre), il nuovo film di Jalilvand è dunque un’occasione per riflettere sulla società iraniana e sostenerne il cinema più coraggioso, in un momento particolarmente difficile per gli artisti invisi al regime degli ayatollah, come conferma il recente attentato allo scrittore Salman Rushdie.

Emanuele Bucci

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