Il film del giorno: Il signore delle formiche

IL SIGNORE DELLE FORMICHE

Italia 2022, Regia Gianni Amelio Interpreti Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Leonardo Maltese, Sara Serraiocco, Durata 134’ Kavac Film / 01 Distribution

Gianni Amelio, regista di Il ladro di bambini (1992), Porte aperte (1990) nominato all’Oscar per il miglior film straniero e Le chiavi di casa (2004), torna a Venezia dove nel 1994 ha vinto l’Osella per la miglior regia con Lamerica e nel 1998 il Leone d’Oro con Così ridevano. Amelio, membro della giuria a Venezia nel 1991 e nel 1992 e in quella di Cannes nel 1995, ha ottenuto nel 2017 il Nastro d’Argento per migliore film e migliore regia di La tenerezza e oggi torna a correre per il Leone d’Oro con Il signore delle formiche, che ci riporta al processo che, nel 1968, vide lo scrittore, poeta, drammaturgo, sceneggiatore e mirmecologo (studioso delle formiche) Aldo Braibanti accusato e condannato per plagio psicologico di un giovane. Quel capo di imputazione (introdotto dal fascismo col Codice Rocco e abolito dalla Corte Costituzionale nel 1981) era solo un pretesto per coprire la vera accusa, quella di omosessualità.

«Nel 2014, realizzando il documentario Felice chi è diverso, dedicato all’omosessualità tra fascismo e dopoguerra, avevo cercato materiali su Braibanti e mi ero accorto che non c’era quasi niente se non qualcosa di ironico sul fatto che si occupava di formiche. Mi è venuta voglia di tornare su un caso che sintetizza bene l’inciviltà, la sporcizia, l’ingiustizia di un Paese come il nostro in quegli anni, ma non solo», ha raccontato Amelio a Ciak, aggiungendo «considero Il signore delle formiche di estrema attualità perché oggi esistono ancora una provincia molto retriva, chiusa e alcune istituzioni, come la scuola, ad esempio, dove si aggrega un po’ di gioventù ignorante e dove si sviluppa un bullismo sia verbale che fisico contro il “diverso.” Il film nasce non dall’esigenza di fissare la storia di Braibanti nel suo tempo, gli anni ’60, ma di raccontare l’oggi, dare coraggio a chi non ha potere, aiutare chi non ce la fa a uscire allo scoperto. Inorridisco quando penso a giovani omosessuali, uomini e donne, maestri di scuola elementare o media, che hanno contro sia l’istituzione che la famiglia degli alunni, quei genitori feroci preoccupati che nella testa dei figli possa insinuarsi una deviazione». Ricordiamo qui che Ettore, presunta vittima del plagio, pur essendo maggiorenne fu internato a forza in un ospedale psichiatrico dalla sua famiglia, che lo ha sottoposto a una serie di elettroshock per guarirlo dagli ideali marxisti frutto, secondo i genitori, di una presunta “diabolica” influenza di Braibanti. Nel film solo un giornalista dell’Unità (Elio Germano) si impegna a ricostruire la verità, affrontando sospetti e censure, mentre Braibanti è interpretato da Luigi Lo Cascio che, dice Amelio, «ha fatto un grande lavoro di attore per interpretarlo. Germano ha lavorato con me per la seconda volta dopo La tenerezza e poi ci sono ben sei debuttanti, tra cui Leonardo Maltese che interpreta Ettore. Mi piace molto mescolare l’attore che comincia con quello che ha già dato prova di grande talento».

Add to Collection

No Collections

Here you'll find all collections you've created before.