La mostra si apre nel segno degli Oscar

Al Lido un convegno e happening glamour con il presidente dell’Academy Hollywoodiana per sottolineare la cooperazione con la Biennale e Cinecittà

Gli Oscar, la Mostra del Cinema di Venezia, Cinecittà: l’unione fa la forza, del cinema. Seduti allo stesso tavolo, l’Amministratore Delegato dell’Academy Bill Kramer, il Presidente della Biennale Roberto Cicutto, il Direttore artistico della Mostra Alberto Barbera, il Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia, l’Amministratore Delegato di Cinecittà Nicola Maccanico, e il Country Manager Italy di Mastercard Michele Centemero, hanno parlato dei valori del cinema in una società globale. «Il cinema e l’audiovisivo hanno bisogno di nuovi equilibri – ha affermato Cicutto  – Nel passato le grandi trasformazioni tecnologiche sono sempre state viste come nemiche, basta ricordare il passaggio dal bianco e nero al colori, dal muto al sonoro, dalla tv al VHS. Oggi cinema e piattaforme non si devono considerare nemici, ma potenziali partner perché l’offerta d’audiovisivo è talmente grande che più modi ci sono di fruirne e meglio è, l’importante è trovare soluzioni condivise».

Alla sua prima volta al Lido, l’Academy, sempre più aperta al cinema internazionale, condivide la visione di Cicutto. «Produttori come Netflix – ha sottolineato Kramerhanno fatto investimenti straordinari per i film. Non sparirà la necessità di sale cinematografiche perché resta un’esperienza fondamentale, ma le due modalità co-esisteranno in modo che si possa espandere la capacità del cinema di raggiungere le persone». Cinema che ha bisogno degli Oscar, tanto quanto di Festival come Venezia, che ha saputo negli anni riconoscere film poi premiati con la statuetta più ambita. «Negli ultimi nove anni – ha notato Barberail rapporto tra la Mostra e la cerimonia degli Oscar si è tradotto in una successione cadenzata di film che hanno sfruttato Venezia per approdare alla cerimonia del premio più ambito del mondo. Quattro hanno vinto l’Oscar per miglior film e sette il premio per la miglior regia, una continuità che non può essere casuale e nemmeno frutto di fortuna o fiuto dei selezionatori, ma la conseguenza di un recuperato rapporto tra la Mostra e gli Studios. Il nostro lavoro consiste nel capire quali dei circa duemila titoli che ci vengono proposti ogni anno siano i migliori e abbiano maggiori probabilità di attirare le attenzioni di critica e pubblico, vincere premi in altri Festival e aspirare all’Oscar». 

Nicola Maccanico, Michele Centemero, Bill Kramer, Roberto Cicutto, Alberto Barbera e Chiara Sbarigia

Ma non solo con Venezia, anche tra l’Academy e Cinecittà il connubio è sempre più stretto. «È un rapporto fondamentale – ha sottolineato Maccanicoe il nostro museo è diventata l’occasione fisica per siglarloNoi come Cinecittà non solo promuoviamo il cinema italiano, ma anche valori di diversità, inclusione e eco sensibilità necessari per essere competitivi a livello industriale. I nostri teatri di posa sono sold out, da Angelina Jolie a Saverio Costanzo ci hanno scelto, la chiave principale è avere un ruolo nell’industria globale attraverso i singoli progetti». 

«La storia di Cinecittà e dell’Academy – ha ricordato Sbarigia – si intrecciano da anni. Entrambi hanno iniziato negli anni ‘20 con finalità diverse e la collaborazione dovrà svilupparsi ancora raccogliendo il tema dei valori. Con il nostro museo ci occupiamo di cinema classico, abbiamo un archivio quasi centenario, lavoreremo molto sulla formazione».  «Mastercad è da sei anni al fianco della Biennale Cinema – aggiunge CentemeroCon Cinecittà sviluppiamo diverse attività e poter dare insieme il benvenuto all’Academy non ha prezzo. Mi auguro che sia di buon auspicio per il nostro cinema».

Impossibile lasciar andare via Kramer senza una domanda sul futuro della Notte degli Oscar, dopo l’ultima edizione, inevitabilmente segnata dallo schiaffo di Will Smith a Chris Rock. «Stiamo lavorando con i produttori dello show – ha garantito l’ad dell’Academy – e abbiamo deciso di implementare le misure di sicurezza che saranno ad altissimo livello, stiamo preparando uno show che celebri il cinema e tutte le arti che collaborano alla produzione di film, è importante più dello share». E sulla scelta di Chris Rock di non tornare alla guida dello show, Kramer glissa: «Stiamo andando avanti, abbiamo analizzato lo show dell’anno scorso per assicurarci che non succeda più». Ma di una cosa è certo: «La mia presenza a Venezia – sorride – non garantirà che un film italiano vinca l’Oscar per il miglior film».  Quanto al processo di internazionalizzazione degli Oscar, la strada è ormai segnata. «Qualcuno dice – ha concluso Kramer – che potrebbero diventare le Olimpiadi del cinema. Lo siamo già, perché la componente internazionale dei nostri membri continuerà a crescere, così come l’importanza dei cineasti stranieri.  Dopo la pandemia pensavamo che i Festival sparissero e invece siamo qui a Venezia, siamo andati oltre la pandemia dimostrando quanto siano fondamentali».

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