Gli altri film in gara: No Bears / Les Miens

IN QUESTA PAGINA: 

  • No Bears
  • Les Miens

NO BEARS

Khers nist, Iran, 2022. Regia Jafar Panahi. Interpreti Jafar Panahi, Naser Hashemi, Vahid Mobaseri, Bakhtiar Panjeei, Mina Kavani, Reza Heydari. Durata 1h e 47’.

Il 9 settembre alla Mostra del Cinema di Venezia è (anche) il giorno di Jafar Panahi, il grande regista iraniano (Leone d’oro al Lido nel 2000 con Il cerchio e Orso d’oro a Berlino nel 2015 per Taxi Teheran) arrestato a luglio dal governo del suo Paese e condannato per direttissima a sei anni di detenzione. Nel 2010 a Panahi era stato inoltre vietato di realizzare nuovi film, di rilasciare interviste e di spostarsi dall’Iran per vent’anni. Il cineasta ha così girato clandestinamente le successive opere, comparendovi nella parte di se stesso: dal doc durante i suoi arresti domiciliari This Is Not a Film (2011, esportato clandestinamente a Cannes) a Closed Curtain (2013, diretto con Kambuzia Partovi, Orso d’argento alla Berlinale) e Taxi Teheran, fino al più recente Tre volti (2018, premio alla sceneggiatura sulla Croisette). Come in quest’ultimo film, anche No Bears sposta lo sguardo dalle contraddizioni e ingiustizie della città di Teheran a quelle dell’Iran rurale. Ci troviamo infatti in un villaggio al confine con la Turchia, dove un regista (Panahi) con la sua troupe deve gestire il rapporto non facile con gli abitanti del luogo, che lo assecondano ma non lo fanno sentire il benvenuto. Nel frattempo scorrono due storie d’amore parallele, ostacolate da dinamiche di potere e tradizioni conservatrici.


LES MIENS

Francia. Regista Roschdy Zem. Interpreti Sami Bouajila, Roschdy Zem, Meriem Serbah, Maïwenn, Rachid Bouchareb, Abel Jafrei, Nina Zem. Durata 85 minuti. Produzione Why Not Production

Roschdy Zem, già presente tante volte a Venezia nel ruolo di attore, sbarca al Lido  con una storia tratta dalla sua stessa vita: Les Miens è film drammatico sulle complesse e a volte ingestibili dinamiche familiari ed è incentrato sulla vita di Moussa (Sami Bouajila) un ragazzo gentile, molto altruista, sempre presente e disponibile per tutta la sua famiglia e per le sue esigenze,  a differenza di suo fratello Ryadh (lo stesso Roschdy Zem), noto conduttore televisivo il cui egoismo gli viene rinfacciato persino dal suo entourage.  Incantato dal suo modo di vivere, dalla fama che lo accompagna e dall’aura di santità che solo il piccolo schermo riesce a infondere in chi lo frequenta, Moussa difende strenuamente il fratello, poiché sente per lui una forte ammirazione, almeno fino a quando non subisce un trauma cranico a seguito di una caduta, dopo il quale inizia a parlare senza filtri. Finisce così per litigare con tutti, eccetto che con lo stesso Riyadh. Attore e regista francese di origine marocchina, Zem, al suo sesto film da regista, è stato diverse volte alla Mostra, protagonista nel cast di film come  En avoir (ou pas) (1995), Vivre au paradis (1998), Happy Few (2010) e La rançon de la gloire (2014). Grazie alla sua interpretazione in Roubaix, una luce nell’ombra  nel 2020 ha vinto il César come migliore attore, mentre il suo secondo lungometraggio da regista, Omar m’a tuer  del 2011, basato su una storia vera, è stato proposto dal Marocco nella selezione di film per la candidatura all’Oscar al miglior film in lingua straniera del 2012. Ma è il film Mister Chocolat del 2015 a farlo volare al botteghino in Francia, in cui Omar Sy interpreta il  primo artista nero della storia della Francia. Tra gli interpreti di Les Miens figura invece  Maïwenn, autore della sceneggiatura insieme allo stesso Zem. 

Add to Collection

No Collections

Here you'll find all collections you've created before.