Pochi registi come Pablo Larraín amano il cinema italiano riconoscendo a una stagione importante della nostra filmografia anche il valore di una formazione personale e universale che attraversa storia, cultura, costume e memoria che ci hanno reso grandi nel mondo. Lo sapevano Paolo e Vittorio Taviani, legatissimi alle intuizioni autoriali del regista cileno fin dal suo esordio e a quel suo modo di amare quell’Italia alla quale aveva reso omaggio fin dall’università con una tesi proprio dedicata alla loro poetica.
Non è un caso dunque che Larraín ci dimostri qui al Lido il suo amore per un Paese che lo ha conquistato anche con l’amore per la lirica ricordandoci con Maria, dedicato alla Callas in un’interpretazione memorabile di Angelina Jolie, quanto sia importante non dimenticare ciò che la cultura italiana continua a rappresentare nel mondo. La Callas di Jolie è l’occasione per ricordarci quanto la memoria, nel cinema ma non solo, sia un valore da custodire e trasmettere anche senza il timore di scivolare nella retorica in un racconto che, oltre il biopic, offre agli spettatori un autentico concerto di emozioni. Con Maria, sembra proprio che Larraín senta il bisogno di ricordarci quanto sia prezioso il nostro passato e quanto sia importante il culto di una memoria alla quale il cinema non può e non deve sfuggire. E’ un tema universale esaltato anche dall’attenzione alla modernità di Giacomo Leopardi nella lettura ‘senza gobba’ attenta piuttosto alle intuizioni universali del poeta ragazzo nella serie diretta da Sergio Rubini anticipata proprio ieri a Venezia. E se la memoria ritrovata riaffiora nelle mostre omaggio di quest’anno – per Mastroianni e nelle foto delle madrine veneziane che celebrano la bellezza delle dive di ieri – sono anche le parole delle star internazionali a riempirci lo sguardo di emozione: “Dirò sempre grazie al cinema italiano– ha esordito Sigourney Weaver ritirando il Leone d’Oro nella serata inaugurale – quello di Fellini, Antonioni, De Sica. Ricordo Divorzio all’italiana come uno di quei film che mi portavano in un mondo diverso ed è lì che per me è cominciato tutto”. Pietro Germi e Marcello Mastroianni, da qualche parte del cielo ringraziano sicuramente…