CAMPO DI BATTAGLIA
Italia. 2024. Regia Gianni Amelio. Interpreti Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini, Giovanni Scotti, Vince Vivenzio, Alberto Cracco, Luca Lazzareschi, Maria Grazia Plos, Rita Bosello. Durata 1h 44’. Distribuzione 01 Distribution.
«Questo non è un film di guerra, ma è un film sulla guerra. Solitamente il genere vira volentieri sull’avventuroso. Il mio sorvola riflessioni ed è una storia di uomini. L’odio tra i popoli è una malattia da sradicare. E anche il cinema, se motivato da intenzioni decise, può contribuire a questo», così Gianni Amelio lo scorso anno a Udine parlava di Campo di battaglia, in un incontro stampa fissato durante le riprese del film da lui scritto (con Alberto Taraglio) e diretto.
Ambientato nel 1918, anno conclusivo della prima guerra mondiale, il film si allontana dalle trincee per mostrare la drammatica realtà della vita e della morte dei soldati feriti che dal fronte arrivano all’ospedale da campo, per essere curati e poi rimandati a casa perché invalidi, oppure rispediti a combattere. Naturalmente c’è chi tenta con ogni mezzo di evitare questa seconda ipotesi e il loro destino passa per le decisioni di due dottori, divisi dalle opposte concezioni sul fatto che debbano prevalere i doveri come ufficiali, o quelli di uomini di medicina.
Stefano Zorzi (Alessandro Borghi) è pieno di umana compassione per i disgraziati giunti all’ospedale: magari parlano un dialetto che lui nemmeno capisce, ma ne comprende ugualmente il terrore e il desiderio di fuggire dall’insana follia della guerra. Giulio Farradi (Gabriel Montesi) è invece pervaso da un fanatico furore patrio: per lui ogni soldato che si procuri volontariamente una lesione per tentare di essere riformato è un vile traditore da punire senza pietà e anche i feriti più gravi devono essere considerati abili e arruolati dopo pochi giorni di cure sommarie.
All’ospedale l’infermiera Anna (Federica Rosellini) arriva ad aiutarli, era una loro collega di studi e ne sono entrambi innamorati, ma la situazione si complica ulteriormente quando scoppia l’epidemia di febbre Spagnola, che miete vittime tra civili e soldati e nessuno sa come fronteggiarla.
Il film è girato tra Udine, Venzone, Tolmezzo, Osoppo, Gorizia, Cormons e Codroipo (Villa Manin), nelle cittadine e campagne dove la guerra si è combattuta e invita tutti alla riflessione perché, come ha concluso Amelio:
«Bisogna interrogarci da dove viene tutto questo sangue. Qual è il malessere che obbliga la gente a uccidere altra gente? I miei tre protagonisti la guerra la subiscono, come milioni di persone innocenti. Io spero di mettere nel mio film una storia così forte da obbligare gli spettatori a uscire con tante domande addosso alle quali dovranno darsi una risposta».