HomeCiak In Mostra 2024Il film del giorno: The Room Next Door di Pedro Almodóvar

Il film del giorno: The Room Next Door di Pedro Almodóvar

THE ROOM NEXT DOOR

Venezia 81 – Concorso

Spagna, 2024. Regia Pedro Almodóvar. Interpreti Tilda Swinton, Julianne Moore, John Turturro, Alessandro Nivola, Juan Diego Botto, Raúl Arévalo, Victoria Luengo, Esther McGregor, Melina Matthews. Durata 110’

Da tempo Pedro Almodóvar sognava di realizzare il suo primo film in lingua inglese e, dopo aver rinunciato al progetto di A Manual for Cleaning Women (“non mi sentivo in grado fisicamente” disse) e aver fatto pratica con i due cortometraggi The Human Voice e Strange Way of Life, ora si presenta al giudizio del pubblico e della giuria della 81. Mostra del Cinema di Venezia con il The Room Next Door interpretato da Tilda Swinton e Julianne Moore (e non solo). Romanziera la prima, reporter di guerra cui viene diagnosticata una malattia terminale la seconda, nel film le due sono amiche che si ritrovano in una circostanza “estrema” e danno vita a una storia di sentimenti e rancore, sulla morte, la crudeltà della guerra e i diversi modi di raccontare la realtà.

Girato a New York nell’autunno dell’anno scorso e a Madrid (in cinque mesi nei quali entrambe si sono innamorate della città), il film è “il successore naturale del Dolor y Gloria” del 2019, secondo la stessa Swinton, travolta – e fortemente voluta – dall’irresistibile Pedro. “Mi ha mandato un’e-mail. Tutto è successo in modo inaspettato – ha raccontato a Vogue España. – Una mattina ho aperto il computer e l’ho trovata. Ho detto a mio marito che Pedro Almodóvar mi aveva appena mandato un messaggio chiedendomi di fare un film con lui e lui mi ha detto che dovevo dire di sì senza battere ciglio“. Anche per replicare l’esperienza nel corto del 2020 (presentato proprio al Lido l’anno successivo al Leone d’oro alla carriera) nato dall’accorata richiesta dell’attrice: “Pedro, non parlo spagnolo, ma per te lo imparerei. Puoi anche scrivermi un personaggio muto. Ti prego, pensaci”. Il manchego oggi la definisce “molto atipica”, con “un volto unico”, mentre della Moore è lo sguardo a colpirlo (“nei suoi occhi si vede ciò che sente… È perfetta in questo ruolo“), elementi che rendono già l’idea delle due figure complementari che vedremo sullo schermo, in una storia nella quale Almodóvar affronta a modo suo il tema del fine vita, da una posizione “totalmente a favore della dignità, in quei momenti“, e della libertà di scelta: “Uno deve poter decidere, in certe circostanze, soprattutto quando la vita offre ben poco, forse solo dolore. È una questione di umanità“.”L’idea di poter offrire una scelta a qualcuno che è malato terminale è importante” gli fa eco Julianne Moore che, insieme alla collega, potrebbe essere tra i protagonisti dei prossimi Oscar, come previsto da uno che all’Academy ha dato spesso ‘buoni consigli’ come Alberto Barbera. “Tilda e Julianne Moore sostengono da sole tutto il peso del film e sono incredibili. A volte, durante le riprese, sia io sia la troupe eravamo sull’orlo delle lacrime – aggiunge il regista, già vincitore della statuetta nel 1999 (per Tutto su mia madre) e nel 2003 (per la sceneggiatura di Parla con lei). – Ma sono come la madre dell’artista, se devo scegliere se dare i premi a me o a loro, preferisco assolutamente che vadano a loro“.

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