Sul tappeto rosso della Mostra entrata in dirittura finale le star mettono in scena la favola di un mondo luminoso e sorridente, dove il cinema può diventare la cura di tutte le ansie, la sfilata di abiti può occupare a tappeto gli spazi del web, gli applausi infiniti possono diventare motivo di lacrime e commozione. È il festival, bellezza, e tu non ci puoi fare niente, avrebbe detto l’Humphrey Bogart dell’Ultima minaccia. Eppure, quest’anno, oltre le apparenze, oltre la parata roboante di nomi celebri, il tono generale dell’appuntamento non può fare a meno di riflettere un “mood” che di festoso ha ben poco. Il racconto delle guerre e delle contrapposizioni, ma anche quello delle derive razziste e intolleranti, strappa l’inevitabile primo piano. Non solo nelle trame che, direttamente, fanno riferimento ai conflitti, basta pensare a Why War di Amos Gitai oppure ad Happy Holidays del regista Scandar Copti sulle dinamiche di due famiglie, una araba e una israeliana, ma anche in quelle di opere mainstream, destinate al grande pubblico, costruite sul talento e sulle attrattive di star globali. E’ stato così per The Order di Justin Kurzel, con Jude Law nei panni di un poliziotto dell’Fbi deciso a sventare le trame sanguinarie di un’organizzazione razzista nell’America profonda dei primi Anni ’80, ma anche, ieri, per Joker: folie a deux, di Todd Phillips, nella rosa dei titoli più attesi della rassegna. Il primo Joker, nel 2019, annunciava l’onda crescente della ribellione, parlava di un malcontento rabbioso pronto a sovvertire l’ordine costituito di una società basata sull’emarginazione dei più fragili. Nel nuovo capitolo, protagonista ancora una volta Joaquin Phoenix, la luce della speranza è del tutto spenta, il vitalismo delle masse pronte a prendersi la rivincita annega nella disperazione. E a Lady Gaga, voce da usignolo, bravissima, applauditissima, tocca il compito di sancire la fine dell’utopia. In amore, ma non solo. L’ora più buia sta per tornare e il cinema ci dice che, per superarla, dovremo impiegare davvero tutta la forza che ci è rimasta.