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- Se posso permettermi – Capitolo II
- Allégorie citadine
SE POSSO PERMETTERMI CAPITOLO II
Italia, 2024, Regia: Marco Bellocchio Cast Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Rocco Papaleo, Giorgia Fasce, Filippo Timi, Pier Giorgio Bellocchio, Fabrizio Gifuni, Edoardo Leo Durata 30’
Sala Grande
In questo seguito del cortometraggio Se posso permettermi realizzato nel 2019 a Bobbio, Bellocchio racconta la storia di Fausto, un uomo totalmente inerte, che nell’arco di una giornata vede sfilare un paradossale corteo di visitatori: il mellifluo parroco del paese, un uomo misterioso con la sua assurda idea di business a tema fantasmi, il capitano dei Carabinieri che gli propone un matrimonio riparatore con la propria figlia, rimasta incinta di uno sconosciuto e una coppia di ladri che entra in casa con la complicità di Barbara. Fausto li sorprende, ma li tranquillizza, tanto non c’è più nulla da rubare, perché è stato tutto venduto. Ai tre non resta che chiacchierare fino al sorgere del sole. «E’ un commiato triste e divertente (spero che lo sia) da una casa in cui ho vissuto tanti anni della mia vita (dall’infanzia) e dove ho girato tante volte (è la casa dei Pugni in tasca) – ha commentato Bellocchio – Un commiato definitivo (lo sarà?) di un uomo, Fausto, che sono un po’ io, mio fratello Alberto, mio fratello Piergiorgio, tutti i miei fratelli e sorelle e i miei figli Pier Giorgio ed Elena».
Tiziana Leone
ALLÉGORIE CITADINE
Venezia 81 – Fuori Concorso
Francia, 2024 Regia Alice Rohrwacher, JR Interpreti Lyna Khoudri, Naïm El Kaldaoui, Leos Carax Durata 21’
Lo scorso autunno lo street artist francese JR realizza, sul cantiere per la ristrutturazione del Palais Garnier dell’Opéra de Paris, una spettacolare opera in due atti. Si chiama “Retour à la Caverne” ed è un omaggio al mito della caverna di Platone. La facciata del palazzo diventa dapprima il supporto di una tela su cui l’artista parigino disegna un enorme trompe l’oeil, aprendo, di fatto, una gigantesca grotta al centro di Place de l’Opéra. Qualche mese dopo, il secondo atto competa l’opera: uno spettacolo teatrale con musicisti e ballerini che danzano sul palco verticale della facciata. Alice Rohrwacher assiste allo spettacolo e ne rimane affascinata e decide di collaborare con JR per ampliarne l’idea con un cortometraggio. “Ci siamo incontrati a Parigi e abbiamo iniziato a discutere dell’Allegoria della caverna esposta da Platone nella Repubblica – spiegano i due registi del corto, intitolato Allégorie Citadine. – Il mito immagina un’umanità in catene, che, rivolta verso il fondo di una caverna, osserva le ombre muoversi sulle pareti e crede che quella sia la realtà. Riflettendo su questo tema e avendo ben fisse le idee della caverna, della danza e della città che ci circonda, ci siamo chiesti cosa succederebbe se riuscissimo tutti insieme a voltarci verso l’uscita della caverna. E se quel prigioniero fosse Jay, un bambino di sette anni? Forse non basta affermare che le immagini sono illusioni finché le catene che ci legano sono reali”.
Claudia Giampaolo