- Presentazione del volume “Italia – Russia. Un secolo di cinema”, Konchalovsky: «I nostri due Paesi legati»
- Boat-In Campari: proiezione del corto “Giorgio” e l’omaggio ai 40 anni di carriera di Matt Dillon
- Il ringraziamento di Paolo Conte
«Ci vediamo sulla strada»
(Nomadland)
Presentato il volume “Italia – Russia. Un secolo di cinema”, Konchalovsky: «I nostri due Paesi legati»
La storia delle esperienze cinematografiche che hanno interessato l’Italia e la Russia fin dalla nascita del cinema. È il volume Italia – Russia. Un secolo di cinema, presentato ieri al Lido anche alla presenza del regista Andrey Konchalovsky che ha raccontato come «il primo luogo dove è capitato, quando ero ancora studente, è stato proprio Venezia».
Con la pubblicazione del libro si completa la trilogia, ideata dall’Ambasciata d’Italia a Mosca e dedicata alle relazioni culturali e artistiche italo-russe in alcuni dei settori dove queste hanno trovato, nei secoli, la loro massima espressione: l’architettura, la musica e, ora, il cinema. Edita sia in lingua italiana che in russo, la pubblicazione si avvale dei contributi di studiosi italiani e russi, ed è frutto della collaborazione di più di venti istituzioni di entrambi i Paesi legate al cinema e a un più ampio panorama culturale. Oltre trenta saggi, interviste e testimonianze, materiali, illustrazioni e documentazione fotografica (per lo più inedita) illuminano così un tema originale e non ancora sufficientemente indagato.
Nell’anno di importanti ricorrenze legate a grandi personalità del mondo del cinema quali Federico Fellini, Tonino Guerra, Alberto Sordi, come rilevato dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini nella sua prefazione, questo «poderoso lavoro» rappresenta un incentivo per Italia e Russia «a proseguire lungo il cammino dei progetti condivisi e realizzati nell’ottica di una visione comune sempre positiva e prospettica». E proprio il cinema, come osserva a sua volta la Ministra per la Cultura russa Olga Ljubimova, esalta tale spirito di collaborazione, essendo un’arte che «presuppone fin dall’inizio una sinergia nel lavoro, rappresenta un’espressione di un creare collettivo, in cui ogni singolo elemento diventa sostanziale per una buona riuscita dell’idea artistica generale».
Entusiasta del progetto anche il regista Andrey Konchalovsky che ha ricordato come «il rapporto fra cineasti russi e quelli italiani non è che una parte di quel grande rapporto che lega i nostri Paesi. Non c’è una cultura più vicina alla nostra in Europa e in Occidente. Gli italiani quando vengono si trovano da noi si trovano a loro agio. Quanto a noi russi, pensiamo sempre che I’Italia sia un paradiso».
Campari Boat-In: proiezione del corto “Giorgio” e l’omaggio ai 40 anni di carriera di Matt Dillon
Tra gli allestimenti più suggestivi di questa edizione della Mostra di Venezia c’è Campari Boat-In Cinema, la serie di appuntamenti organizzata da Campari che trasforma con originalità l’idea del drive-in, trasformando le macchine in barche. Ed ecco che gli ospiti (solo su prenotazione) possono assistere a speciali proiezioni accomodati su delle barchette nel cuore della Laguna, di fronte ad un maxi schermo con una cornice abbellita da affascinanti giochi di luce rossa che colorano acqua e cielo.
La serata del 10 settembre è stata dedicata alla proiezione del cortometraggio Giorgio, alla presenza della regista Arianna Mattioli e dei due attori protagonisti Andrea Pittorino e Elena Cucci, che si sono confrontati anche sul tema centrale del corto, la disforia di genere. «Mi sono preparato al ruolo cercando di immedesimarmi completamente in un transgender, imparando a camminare, truccarmi e a pensare come una donna» – ha raccontato Andrea Pittorino, attore classe 2002 visto di recente nel film di Gabriele Muccino I migliori anni. – «È stata un’esperienza che mi porterò a lungo dentro e che mi ha fatto scoprire parecchie cose di me stesso». A seguire è intervenuta Ludovica Martino, promettente attrice amata dai giovani grazie alle sue partecipazioni nelle serie Tutto può succedere, Skam Italia e nel recente film Netflix Sotto il sole di Riccione.
L’ospite d’eccezione della serata però è stato l’attore e regista statunitense Matt Dillon, omaggiato per i 40 anni carriera con un breve showreel dei suoi ruoli più celebri. «È difficile dire quale sia stato il punto di svolta della mia carriera. Non c’è un film in particolare, ogni ruolo che ho fatto mi ha dato qualcosa di speciale. Sicuramente la collaborazione con alcuni registi di alto livello come Francis Ford Coppola e Lars von Trier mi ha arricchito molto».
Dillon ha poi parlato del suo prossimo progetto: «Sarà un documentario dedicato ad un musicista cubano molto speciale, El Grand Fellove. Lo abbiamo girato durante la registrazione del suo ultimo album, dunque il film sarà un po’ la sua eredità. La première si terrà al Festival di San Sebastian».
Claudia Giampaolo
Il ringraziamento di Paolo Conte
È stato presentato ieri il film documentario Paolo Conte, Via con me di Giorgio Verdelli. Per l’occasione Paolo Conte ha mandato un video messaggio. «Sono contento di essere stato libero di seguire il mio stile che poi non è che l’amministrazione dei miei difetti – ha detto il cantautore italiano, che poi ha ringraziato tutti – «Un elenco impossibile da fare, ma ci tengo a ringraziare Alberto Barbera e il mio amatissimo Pupi Avati».
Per l’occasione sono arrivati al Lido la storica manager del cantautore, Rita Allevato, e il produttore Nicola Giuliano. Il film, che sarà nelle sale per tre giorni a partire dal prossimo 28 settembre, contiene materiale di repertorio più numerose immagini riprese proprio per il documentario, anche delle canzoni che Paolo Conte non eseguiva dal vivo da molti anni come Spassiunatamente. Presenti ovviamente molti i riferimenti al jazz con immagini rare o perfino inedite.