In un anno in cui i film a cui un festival può attingere sono stati molto meno del solito, Venezia 77, tra i tanti, ha fatto anche il miracolo di avere fuori dal concorso internazionale una serie di titoli che molti festival nel mondo considererebbero un privilegio. Basta snocciolare un po’ di nomi: Frederick Wiseman (che gioiello City Hall), Alex Gibney, il faccia a faccia Hopper/Welles, l’ultimo raffinato melò del Leone d’oro alla carriera Love After Love, Luca Guadagnino su Ferragamo.

Si potrebbero elencare tutti, ma la sintesi è che il comitato di selezione e il direttore artistico Alberto Barbera hanno fatto un lavoro straordinario, così come gli autori, produttori e distributori che hanno scommesso sul primo grande festival nell’era del Covid, vincendo. Perché chi è venuto quest’anno a Venezia si è preso un bel vantaggio rispetto a chi ha preferito avere un semplice bollino di qualità che ormai il mondo del cinema ha dimenticato senza rimpianti. Perché Venezia 77 è stata anche l’occasione per le distribuzioni italiane e internazionali di fare ottimi affari. Come Mandibule di Quentin Dupiex da parte di I Wonder Pictures che si è assicurata uno dei film più amati di questa edizione. Venezia li ha portati sul grande schermo, adesso questi film viaggeranno in giro per il mondo dei festival. Anche in concorso.