Cronache dal Lido

I numeri del successo di Venezia 78

Venezia 78 è vicina ai 30.000 biglietti venduti. Il dato relativo alle prime sette giornate di svolgimento è di 29.742 tagliandi, con un aumento dell’87% rispetto alla stessa giornata della Mostra del 2020. Nell’insieme, sono oltre 200.000 le transazioni gestite dal sistema digitale Boxol, alle quali si aggiungono le 3.000 prenotazioni per i tamponi antigenici rapidi, sempre relativamente al 7° giorno della Mostra. Negli ultimi due giorni i biglietti venduti sono stati oltre 6.000.
Il tasso di occupazione dei posti in sala è salito al 77% e il sistema di prenotazione digitale consente la fruizione di tutti i titoli presenti alla Mostra.

Freaks Out, Guaglianone: “Raccontiamo mostri che agivano come uomini e uomini che agivano come mostri”

A Venezia 78 è il giorno di Gabriele Mainetti che ha presentato Freaks Out insieme ai protagonisti Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Aurora Giovinazzo e Giancarlo Martini. Qui riportiamo i passaggi più significativi:

Mainetti:

Io e Nicola subito dopo Lo Chiamavano Jeeg Robot ci siamo chiesti cosa volessimo raccontare. Abbiamo buttato giù tutti i film che ci piacevano, che volevamo fare, e subito è uscita fuori la seconda guerra mondiale. Ci divertiva l’idea di accostare al freak, dalla natura fisica che lo rende unico, un elemento fortemente conflittuale, il nazista, e vedere cosa succedeva. Di fronte a questo conflitto così importante è nata la storia del film.”

Guaglianone:

L’idea della Seconda Guerra Mondiale gli ha fatto brillare gli occhi, è stata la stessa scintilla di quando abbiamo creato un supereroe a Tor Bella Monaca. Abbiamo pensato di raccontare dei mostri che agivano da uomini e dall’altra parte degli uomini che agivano come mostri e ci è venuto un brivido sulla pelle. Alla fine ci siamo detti che era quella l’idea giusta“.

Del Brocco:

“Credo che il film sia uno spartiacque per il nostro cinema, per la qualità, per la storia, per il mix di generi. Mi sentivo un po’ in debito con Gabriele, pur avendolo appoggiato dall’inizio, per non aver fatto il giusto investimento con Jeeg Robot. Abbiamo avuto questa occasione e siamo contenti di aver condiviso questo pezzo di strada insieme.”

Gabriele Mainetti (Credits La Biennale di Venezia – Foto ASAC ph J Salvi)

Il silenzio grande: presentazione con Gassmann e il cast

«Questo film vuole essere come una carezza. Immagino che guardare questo film faccia venire la voglia di abbracciare ed ascoltare le persone». Lo ha detto ieri Alessandro Gassmann alla fine della proiezione del suo film Il silenzio grande, tratto da un romanzo di Maurizio De Giovanni. L’attore ne ha curato la regia e appare anche in un piccolo cameo. Il film, che è stato salutato da un grande applauso nella Sala Perla alla Mostra del Cinema, sarà nelle sale la prossima settimana. Era presente tutto il cast ad eccezione di Margherita Buy impegnata su un altro set. Altro protagonista del film è Massimiliano Gallo che con Gassmann è nella serie I bastardi di Pizzofalcone tratta, anch’essa, da una serie di romanzi di De Giovanni. «Il silenzio è una brutta malattia. Inizia piano e poi cresce. Tanti silenzi piccoli fanno un silenzio enorme. Il silenzio grande fa paura», ha detto Marina Confalone, che si è commossa alle lacrime al punto di non essere stata in grado di rispondere alle domande dei giornalisti.

Django&Django, Franco Nero: «Corbucci genio del cinema popolare»

«Franco, quanti ne uccidiamo oggi, 50 o 30?», chiedeva ironico Sergio Corbucci a Franco Nero quando i due giravano western come Django. Proprio con quel film Corbucci, ricorda l’attore, «a 24 anni mi ha dato la possibilità di essere conosciuto in tutto il mondo». Nero ha presentato al Lido il doc Django&Django – Sergio Corbucci Unchained (distribuito da Lucky Red), col regista Luca Rea, il coautore Steve Della Casa, il montatore Stuart Mabey, la co-produttrice Tilde Corsi e la produttrice e ideatrice Nicoletta Ercole, già costumista per registi come lo stesso Corbucci: «Ho pensato di dare a Sergio quello che lui aveva dato a me», ha detto. Nel doc anche una conversazione con Quentin Tarantino che, ricorda Rea, «aveva provato a scrivere un libro sui western di Corbucci». E che, sottolinea Della Casa, «ha rispetto a questo cinema un atteggiamento sano, non nostalgico», come dimostra Django Unchained, dove fa sì che «lo spirito di quel film stupendo con Franco Nero riviva per il pubblico di oggi». «Tutti i suoi film sono film politici», afferma Nero a proposito di Corbucci, che definisce «un genio del cinema popolare».

Franco Nero (Credits La Biennale di Venezia – Foto ASAC ph Giorgio Zucchiatti)

Emanuele Bucci

Add to Collection

No Collections

Here you'll find all collections you've created before.