Cronache dal Lido

Spencer: Stewart, Larraìn e Lady D

Kristen Stewart Credits: La Biennale di Venezia foto di Giorgio Zucchiatti

L’altro film attesissimo ieri al Lido era Spencer, la principessa Diana secondo il cileno Pablo Larraìn con protagonista Kristen Stewart. Eccolo nelle parole dei protagonisti

La solitudine di una principessa, la fuga forzata dal lieto fine, più semplicemente «l’ordinarietà di una donna straordinaria». Così definisce Pablo la sua Diana, protagonista di Spencer, interpretata da Kristen Stewart.  Accolta in conferenza dalle lodi della stampa inglese, la Stewart, americana di Los Angeles, è entrata in punta di piedi negli abiti di Lady D e nelle complicate faccende della casa reale. «Abbiamo avuto diversi consulenti per spiegarci cose che dall’esterno non si possono sapere dalla famiglia reale – sottolinea l’attrice – Nel film ci sono molti dettagli, non abbiamo fatto nulla di non autentico. Per un’americana come me l’aiuto è stato fondamentale, ma ho conservato poche cose imparate sul set, una è l’inchino, so che non bisogna mai inchinarsi troppo, per non cadere». Il film si concentra sui tre giorni, a Natale, nella residenza reale di Sandringham House durante i quali Diana decide di lasciare la sua vita da principessa in cerca della libertà. «I tre giorni della sua crisi», li ha descritti Larraìn. «I tre giorni in cui ha deciso di lasciare la famiglia reale non sono stati divertenti – ammette la StewartIo ho cercato di trasmettere il suo bisogno di  libertà. Il film non ci offre informazioni nuove su Lady D, ma immagina i suoi sentimenti. La mia impressione è che Diana cercasse la normalità e che volesse ricevere dagli altri quella luce che lei emanava. L’obiettivo del film è di gettare ponti, se qualcuno dovesse fare un film su di me, vorrei che fosse esattamente così. Non ci sembra di aver rubato nulla». Nella vita di Diana, costretta a vivere assediata dalla stampa, Kristen non ritrova la sua di vita, sebbene con lei abbia condiviso l’effetto che fa avere addosso la luce dei riflettori. «Ho assaggiato un po’ di questo mondo, ma non certo l’essere così rappresentativa di un intero paese – confessa – L’idea di non avere il controllo sulla situazione è terrificante, deve essere frustrante sapere che la storia divulgata su di te non è quella vera. Tutti abbiamo l’impressione di averla conosciuta, eppure è la persona meno conosciuta: non voleva mai essere sola, ma è stata l’essere umano più isolato al mondo. Credo che nessuno possa davvero capire come sia stato per lei, tutti lo abbiamo immaginato, ma non conosceremo mai veramente la sua storia. E forse è quello che voleva». La Diana di Larraìn è nata per esaudire un desiderio. «Dopo aver fatto tanti film che non sono piaciuti a mia madre, volevo farne uno in cui finalmente ritrovasse una storia che conosceva», conclude il regista.

Tiziana Leone

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