Il film del giorno: È stata la mano di Dio

«È stata la mano di Dio è, per la prima volta nella mia carriera, un film intimo e personale, un romanzo di formazione allegro e doloroso. Il film è costruito su di me, parla della mia storia personale, con lo scopo anche di far capire ai miei figli perché sono sempre schivo e silenzioso, ma non sarà un film autobiografico, non ci sono riferimenti evidenti alla mia persona, ma è un insieme di racconti di esperienze personali, di racconti inventati e di storie che mi sono state raccontate da altri». Così Paolo Sorrentino ha spiegato quel che lo ha spinto ad affrontare, trasfigurandolo, il trauma vissuto quando era solo adolescente in questo ritorno al cinema dopo la felice esperienza nella serialità, con il dittico pontificio The Young Pope e The New Pope.

È stata la mano di Dio ci conduce nella Napoli degli anni Ottanta: il giovane Fabietto Schisa (Filippo Scotti) si reca allo stadio per assistere a una partita del Napoli. Non sa che quella decisione lo salverà dal tragico destino che colpirà invece i suoi genitori: forse lo salva proprio “la mano di Dio”, che nel capoluogo partenopeo non poteva che essere attribuita a Diego Armando Maradona. Il film di Sorrentino, fin dal titolo, ha una doppia valenza: se è chiara l’allusione a Maradona e al goal che segnò aiutandosi con la mano contro l’Inghilterra nei quarti di finale dei Campionati del Mondo di Messico ’86, dichiarando poi «È stata la mano di Dio», è nella sua lettura più intima che si trova la sublimazione poetica del dramma vissuto dall’autore, in cui Maradona c’entra solo indirettamente, pur avendo avuto un ruolo determinante. I genitori di Sorrentino sono infatti morti asfissiati nel sonno dal monossido di carbonio mentre erano in vacanza a Roccaraso e Paolo doveva essere in montagna con loro. Quel giorno aveva avuto però il permesso di andare a Empoli, per seguire la trasferta del Napoli di Maradona e così si è salvato, grazie appunto alla mano di Dio. Il film per il regista simboleggia un “ritorno a casa” perché, dopo l’esordio con L’uomo in più (2001), non aveva più girato a Napoli. Esserci tornato oggi è per lui l’ideale chiusura di un cerchio artistico, umano ed emotivo, che promette di essere il valore aggiunto a questo lavoro. Nel cast ritroviamo Toni Servillo, alter ego del regista fin da L’uomo in più e che da allora, prima di diventare il disilluso Jeb Gambardella nella Grande Bellezza, ha recitato per lui in Le conseguenze dell’amore (2003) e Il Divo (2008); per poi rinsaldare il rapporto dopo l’Oscar, nella saga in due parti Loro (2018).

È STATA LA MANO DI DIO

Italia 2021, Regia Paolo Sorrentino Interpreti Filippo Scotti, Toni Servillo, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert, Luisa Ranieri, Renato Carpentieri, Massimiliano Gallo, Betti Pedrazzi, Biagio Manna, Ciro Capano, Durata 130’

The Apartment. Netflix

Add to Collection

No Collections

Here you'll find all collections you've created before.