Film in gara oggi: Reflection

Reflection (Vidblysk)

Tra i conflitti del mondo che fanno ingresso alla 78ma Mostra del Cinema di Venezia c’è quello in Ucraina: la guerra con la Russia (nella regione orientale del Donbass), iniziata nel 2014 e tuttora in corso, è raccontata ancora una volta da Valentyn Vasyanovych, regista vincitore del premio Orizzonti al miglior film con Atlantis (2019), e stavolta in concorso con Vidblysk (titolo internazionale Reflection). Se il precedente lungometraggio ci aveva portato in una cupa Ucraina futura, narrandoci la storia di un ex soldato che diventa volontario per recuperare i corpi dei caduti, il nuovo film vede al centro il medico Serhiy (Roman Lutskiy), imprigionato dai militari russi. Un’esperienza che cambierà profondamente l’uomo, facendogli scoprire una realtà di umiliazioni, violenza e indifferenza sconosciuta a un esponente della sua classe sociale. Una nuova parabola del regista sull’«orrore e la violenza disumana della guerra», dove non mancheranno «scene che sono destinate a disturbare qualche spettatore», come ha anticipato il Direttore di Venezia 78 Alberto Barbera. E una nuova tappa del percorso cinematografico di Vasyanovych, che ha debuttato nel 2004 col corto Proty sontsya (Against the Sun), per esordire nel lungometraggio con Zvychayna sprava (Business as Usual, 2012), cui fanno seguito Kredens (2013), Crepuscule (2013) e Riven chornoho (Black Level, 2017, Premio FIPRESCI al Festival di Odessa e candidato per l’Ucraina all’Oscar). Il cineasta ha inoltre collaborato come produttore, montatore e direttore della fotografia al film The Tribe, ambientato in un istituto per sordi e recitato in lingua dei segni. Quest’anno, al Lido, ci riporta alla guerra in Donbass anche la biografia del regista Oleg Sansov (ad Orizzonti con Nosorih), incarcerato dalla Russia di Putin all’indomani dell’intervento armato in Ucraina.

Scheda tecnica

Reflection (Vidblysk)

Ucraina, 2021. Regia Valentyn Vasyanovych. Interpreti Roman Lutskyi, Nika Myslytska, Nadia Levchenko, Andriy Rymaruk, Igor Shulha. Durata 2 h e 5’

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