Cronache dal Lido

IN QUESTA PAGINA

  • Le parole del regista e del protagonista di Bones and All, Timothée Chalamet
  • Presentazione volume La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 1932-2022 di Gian Piero Brunetta 

 

Guadagnino in cerca della “nuova possibilità dell’impossibile” 

«Se sapessi chi sono sarei annoiato da me stesso, al momento la mia ambizione è di avere il controllo su ciò che faccio e abbandonarmi al privilegio di lavorare con amici che contribuiscono, con la loro creatività, a un perfetto risultato». Così Luca Guadagnino risponde in conferenza stampa a chi gli chiede chi sia, oggi, il regista di Bones and All, al suo primo film in terra americana. «Sono sempre stato influenzato dal cinema americano – aggiunge –  ma ho aspettato di avere una visione più matura e l’occasione si è presentata quando ho letto il copione: mi attraeva questa storia di personaggi in cerca di una nuova possibilità nell’impossibile». Per il protagonista Timothée Chamelet, comprendere il suo Lee, emarginato e disadattato, è stato formativo: «Lee e Maren sono due che si isolano, senza una vera identità, e attraverso lo specchio dell’amore trovano il modo di crescere. Interpretarlo è stata un’esperienza formativa». Più difficile invece identificarsi nella loro storia d’amore: «Conosco bene l’amore che si prova nei confronti della famiglia e degli amici – sorride – ma per l’altro tipo di amore sono ancora troppo giovane». 

Tiziana Leone

 

La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 1932-2022 di Gian Piero Brunetta

Novant’anni e raccontarli al mondo intero: presentata oggi nella Sala Conferenze Stampa di Palazzo del Casinò la versione inglese del volume di Gian Piero Brunetta La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 1932-2022 (edito da Marsilio con La Biennale di Venezia). Un racconto appassionante di quella che lo stesso Brunetta ha definito «La Madre di tutti i Festival» del cinema, attraverso i film (ben 18.000), le star, gli autori, il pubblico e i cambiamenti storico-sociali che ne hanno scritto la storia. Un lavoro di anni per cui l’autore ha consultato, anche col supporto delle più moderne tecnologie, una mole imponente di materiali spesso inediti, mettendo in gioco non solo la propria autorevolezza di storico del cinema, ma anche il proprio vissuto emotivo di spettatore.

Emanuele Bucci

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