Cronache dal Lido

IN QUESTA PAGINA:

  • Il muro di Gianni Ippoliti
  • Le parole dei protagonisti di Dead for a Dollar: Hill, Dafoe, Waltz
  • Biennale College Cinema. Una decade di Cinema

 

Quel “muro” (esilarante) per commenti e lamentele

«Ma si riesce a vedere un film che parli di gente normale?».  «Siccome i film possono durare tre ore non significa che devono per forza durare tre ore». «Non sono cannibale, ma una fetta di culo di Chalamet me la assaggerei». «Olivia Wilde, Worry Darling». È il muro del pianto, messo su dal Codacons, gestito da Gianni Ippoliti, giusto dietro il Palazzo del cinema, uno spazio libero dove chiunque abbia voglia di dire la sua sulla Mostra ne ha facoltà. Naturalmente il commento migliore porterà a casa il premio Ridateci i soldi, ambitissimo da anni. Non c’è limite alle lamentele, al netto di quelle contro il sistema di prenotazione delle anteprime. E c’è spazio anche per la vecchia faida tra il popolo degli accreditati e quello dei residenti al Lido. «Perché non vi levate quel cavolo di cartellino quando non siete alla Mostra? Siete irritanti». La replica è scritta sullo stesso foglio. «Almeno ci distinguiamo dalle persone meno ospitali d’Italia». Accanto a chi si lamenta perché come ogni anno gli hanno rubato la bicicletta, non mancano quanti la buttano in politica, invitando Giorgia a vedere The Whale al grido di «W le devianze». Ma è per la madrina Rocio Munoz Morales la dedica più lunga: la scritta “Perché?” in tutte le lingue del mondo.

Tiziana Leone


Le parole dei protagonisti di Dead for a Dollar: Hill, Dafoe, Waltz

Walter Hill: “Non so esattamente perché il western torni sempre nei miei film. È un genere che mi piace. Ci sono i cavalli, la campagna. Trasmette un senso di nostalgia verso un periodo della storia americana attorno a cui ruota un’idea mitica e poetica. E poi i film western sono divertenti da girare”

Willem Dafoe: “Ho lavorato con Walter per la prima volta 40 anni fa, in Strade di Fuoco. È un regista intelligente, molto diretto. Quando mi ha chiesto di fare un western, genere che lui adora, ho detto subito di sì. Ho trovato la stessa persona di 40 anni fa”.

Christoph Waltz: “Credo totalmente che la disciplina sia il punto di partenza per un film: disciplina nelle azioni, nei pensieri e nelle emozioni. Serve disciplina anche in una sceneggiatura da rispettare”.


Biennale College Cinema. Una decade di cinema d’avanguardia

«Una delle più notevoli e coraggiose innovazioni introdotte dalla Biennale nella sua lunga storia». Così il moderatore Peter Cowie ha definito Biennale College Cinema durante il panel internazionale Biennale College Cinema. Una decade di Cinema all’avanguardia, dedicato ai dieci anni del laboratorio di alta formazione rivolto a cineasti emergenti, guidati nello sviluppo e realizzazione di lungometraggi poi presentati alla Mostra di Venezia. Quest’anno i titoli sono Come le tartarughe, Mountain Onion, Palimpsest e Banu, di cui si è parlato nell’incontro, alla presenza dei rispettivi registi e produttori, e con gli interventi dei critici Fabien Baumann, Sara Ehnholm Hielm, Glenn Kenny, Michael Phillips, Chris Vognar e Stephanie Zacharek, oltre che di Savina Neirotti, a capo del programma di Biennale College Cinema dal 2012 e di Biennale College Cinema Virtual Reality dal 2017. Una realtà che, ha detto, può ormai definirsi a pieno titolo «una comunità».

Emanuele Bucci

Add to Collection

No Collections

Here you'll find all collections you've created before.