Il maratoneta

Testimonianza di un appassionato, non giornalista, alle prese con i film della Mostra

Ero stato altre volte alla Biennale Cinema a Venezia, ma sempre come ospite per una “prima”. Questa volta, da neofita orgoglioso del badge che mi accreditava come giornalista e aspettando di capire cosa ci si aspettasse da me, ho pensato di dover vedere il maggior numero possibile di film. Con la mia consueta diligenza, mi sono prenotato per una media di 5 film al giorno, con brevissimi intervalli tra l’uno e l’altro per afferrare al volo una bottiglia d’acqua, un panino (a volte ai limiti della commestibilità), o fare pipì. Sono durato tre giorni e mezzo, fino a quando in uno degli intervalli, ho informato la testata per la quale ero accreditato, delle mie attività. Invece di elogiarmi, i redattori “regolari” sono scoppiati in una risata, sia pure in mezzo a qualche commento caritatevole proveniente dalla componente femminile. In realtà, però, da quel momento mi sono accorto di essere considerato in modo diverso. Ai loro occhi stavo… iniziando a capire. Avevano ragione, perché è stata un’esperienza interessante, faticosa ma coinvolgente. Vedere i film uno dietro l’altro è diventata una specie di droga, non riuscivo a smettere, ho capito il fenomeno del binge watching, quelli che guardano quattro stagioni di una serie di 10 puntate ciascuna senza interruzione. Solo che in questo caso si trattava di film e gli episodi non erano minimamente collegati: passavo dai cannibali di Guadagnino alla splendida Cate Blanchett direttrice d’orchestra, alle visioni oniriche di Inarritu senza interruzioni, e nella magia della sala. E incredibilmente, invece di confondermi, ho maturato man mano la sensazione di capire meglio i film e i registi. Era più facile paragonare le loro opere guardandole una dopo l’altra. Emergevano tecniche di ripresa, gestione delle scene, recitazione degli attori e il modo di trattare il soggetto, che pur essendo sempre diverso, faceva emergere le differenze tra le personalità dei registi. Ho quindi suggerito al direttore di lanciare sul daily di Ciak l’invito ai molti presenti al Lido, anche a quelli che è più facile incontrare in giro che in sala, a provare la stessa esperienza. Mentre a spasso per i vari corner con uno spritz in mano andrò io.

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