Domenica 1 Settembre 2020

L’intervento

C’è un curioso parallelismo tra la pioggia a dirotto di ieri mattina e il timore strisciante che,  nonostante gli sforzi per realizzare l’impresa complicatissima di allestire una Mostra internazionale del cinema “in presenza” dribblando le insidie del Covid, la temuta seconda settimana del festival potesse aprirsi all’insegna delle sale vuote e dei viali deserti. Invece, assieme al sole che è arrivato a metà mattina ad asciugare le pozzanghere, i viali si sono affollati – in parte anche a sorpresa – di studenti, curiosi, visitatori, appassionati di cinema e le sale si sono riempite, trasformando il lunedì più temuto di Venezia 77 nella giornata che sancisce il successo di una scommessa difficile e inedita: riuscire a organizzare un grande festival del cinema internazionale al tempo del Covid. Proprio ieri lo aveva notato persino l’arcigno Times di Londra, in genere poco generoso con tutto ciò che sappia di Italia, che aveva parlato di «avvio trionfale» della rassegna veneziana, prima nel mondo ad aver osato sfidare la pandemia.

I meriti del duo Barbera-Cicutto sono evidenti, così come quelli di chi, dietro le quinte, direttori generali e di sezione, ha saputo organizzare una macchina complicatissima senza togliere alle persone il gusto di vivere il cinema, discuterne, respirarlo, anche se armato di mascherina. E l’immagine – pubblicata oggi su Ciak in Mostra –  della presidente della giuria, Cate Blanchett, che si sottopone con ara distesa al rito della misurazione della febbre in uno dei check point di ingresso negli spazi della Mostra, testimonia che l’intuizione di non mollare è stata vincente. E scusate se è poco. Ora sta a produttori, major e distributori fare la loro parte. Questa rincorsa coraggiosa e fortunata non può restare un fatto isolato.

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