Domenica 1 Settembre 2020

L’intervento

CERTEZZE E DUBBI ALLA MOSTRA 2020

Una certezza è che siamo meno. Giornalisti (molti di meno), delegazioni e pubblico (così così) e dunque nelle sale della Mostra c’è spazio, le file chilometriche sotto al sole sono sparite, la prenotazione on-line del posto è una manna dal cielo che permette di arrivare al cinema anche 30 secondi prima dell’inizio e trovare, senza patemi, il proprio posto a sedere.

Un’altra certezza è la strada che ha imboccato il cinema italiano presente al Lido (e che ahimè riaprirà la stagione in sala) così tragica che le edizioni dedicate a precariato e migranti sembrano film di Natale. Se non ci scappa il morto, o il malato grave, se non c’è il doloroso ricordo di un parente scomparso, quest’anno lo spazio alla Mostra è poco. Dalle sorelle Macaluso, alla figlia di Marx, dal documentario di pre-apertura di Andrea Segre (per citarne solo alcuni) è il dramma personale ad aprire, sviluppare o chiudere le vicende. Qualche volta belli, qualche volta interessanti o curiosi, comunque sempre di una tragicità, spesso fine a se stessa, in linea con l’atmosfera che il Virus ha creato intorno a noi.

Pierfrancesco Favino

Qualche dubbio invece sulla contagiosa simpatia degli addetti alla sicurezza che con estrema democrazia trattano tutti malissimo. A prescindere, tu sei un attentatore, un writer (sequestrano a me i pennarelli…), o un untore senza scrupoli che sicuramente vuole entrare senza averne diritto e che non vede l’ora di togliersi la mascherina per poter tossire a pieni polmoni. A te l’onere di provare che sei innocente e rispettoso delle regole. Ma è solo una questione di modo di fare perché siamo tutti ben felici della sicurezza e dei metodi di controllo della malattia, ma è grazie a noi, partecipanti alla Mostra, che tutto è filato liscio, facciamo gli scongiuri, fino ad ora. E manca davvero poco.

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