Domenica 1 Settembre 2020

Visioni virtuali

Grazie allo sforzo della Biennale, anche quest’anno a Venezia possiamo sfuggire al Covid volando sulle ali del cinema o immergendoci nella realtà virtuale. La scelta è nostra: pillola rossa o pillola blu. In questa edizione della speranza i film in Vr non sono al Lazzaretto Vecchio (impossibile passarsi i caschetti) ma online. Ognuno deve vederli nel buio della propria stanzetta, con il computer connesso e gli occhialoni in testa. E non è un male. La realtà virtuale oggi è ancora per «uso personale», va assunta a piccole dosi (il mal di mare è sempre alle porte) e consumata da soli. Come per la musica, basta inforcare le cuffiette per isolarsi dal pianeta ma se poi ai concerti torniamo a stare insieme, prevedere un cinema colmo di persone con gli occhialoni è quanto meno prematuro.

La Vr al momento non è ancora cinema ma domani chissà. Anche grazie agli sforzi dei festival, Venezia in testa, qualcosa si sta muovendo. Quest’anno al Lido incontriamo Gnomes & Goblins, 120 minuti che portano la firma di Jon Favreau de Il re leone e The Mandalorian, ma anche Baba Yaga, che ha le voci di Kate Winslet, Glenn Close e Jennifer Hudson. Tanti nomi, insomma, ma il limite tecnologico continua a pesare. Le diverse piattaforme hanno standard difformi, non parlano tra loro e i differenti modelli di caschi offrono esperienze molto diverse. È come per i film in streaming: chi ha il televisore migliore li vede meglio e se non si ha la connessione giusta non li si vede per niente.

Da ultimo, per la diffusione su larga scala di questa “droga” manca ancora un blockbuster (o una killer application) che potrebbe arrivare proprio dal cinema. Come il primo Avatar era riuscito a far rivivere l’oggi defunto 3D (e a farci comprare i televisori), i sequel potrebbero spingerci ad acquistare il caschetto. In più lo spostamento di un anno dovuto alla pandemia sta dando tempo ai colossi tech di creare dispositivi più uniformi, economici e capaci di diffondere una “pillola rossa” valida magari anche per assunzioni di gruppo. Le potenzialità sono tante ma per ora, la VR, è solo per «uso personale».

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