Cryptozoo, From the Wild Sea, Costa Brava

IN QUESTA PAGINA:

  • Cryptozoo: animali fantastici e controcultura
  • L’ambiente in pericolo nel doc From the Wild Sea
  • Costa Brava: una famiglia tra le contraddizioni del Libano

 

Cryptozoo: animali fantastici e controcultura

Cryptozoo

Id., Usa, 2021. Regia Dash Shaw. Voci Lake Bell, Michael Cera, Alex Karpovsky, Zoe Kazan, Louisa Krause. Durata 1 h e 30’.

Lunedì 18 ottobre alle 11 (Casa del Cinema) il primo appuntamento con Sintonie, lo spazio di Alice nella Città in collaborazione con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e la Berlinale. E proprio dalla selezione di Generation 14plus proposta a Berlino 2021 arriva il lungometraggio d’animazione Cryptozoo, del regista e fumettista Dash Shaw (My Entire High School Sinking into the Sea), anche sceneggiatore.

Un vero e proprio viaggio (ancora attuale) nella controcultura americana degli anni ’60 e ’70, ispirato ai comics underground psichedelici dell’epoca. Siamo in California nel 1967: i giovani protestano contro la guerra nel Vietnam e il sistema in genere, ma nel sottosuolo la veterinaria Lauren Grey sta conducendo un’altra battaglia: quella per la salvezza delle creature fantastiche che si trovano sottoterra, alle quali dà rifugio nel suo Cryptozoo. Ma i militari sono in agguato per mettere le mani su uno di quegli straordinari esseri, Baku, la chimera divora-sogni, allo scopo di usarne il potere per distruggere le utopie che li minacciano.

Nel ricco cast vocale del film (presentato anche al Sundance e prodotto da Electric Chinoland, Fit Via Vi e Low Spark) abbiamo Lake BellMichael CeraAngeliki PapouliaZoe KazanPeter StormareGrace ZabriskieLouisa Krause e Thomas Jay Ryan.

 

L’ambiente in pericolo nel doc From the Wild Sea

From the Wild Sea

Danimarca, 2021. Regia Robin Petré. Con Dan Jarvis, James Barnett, Sydney Rachael Stone, Sam Brittain. Durata 1 h e 18’.

Ancora da Generation 14plus (Berlino 2021) il secondo appuntamento del 18 ottobre con Sintonie, From the Wild Sea (ore 14.30 all’Auditorium della Conciliazione), di Robin Petré.

Un documentario che riflette sulla crisi ecologica, sul nostro rapporto con gli animali e l’interconnessione tra habitat naturali, denunciando la gravità dell’inquinamento prodotto dall’uomo e dei cambiamenti climatici

Lo sguardo di Petré si muove attraverso immagini forti ed emblematiche come quelle dei cuccioli di foca feriti che vengono nutriti e riscaldati, dei bagni di schiuma per lavare i cigni sporchi di olio o dello sguardo di una balena arenata.

Prodotto da Hansen & Pedersen, il film è un nuovo, significativo tassello della filmografia di Petré, documentarista indipendente danese che prima di From the Wild Sea ha firmato titoli come Narcisso (2013), Gyula (2014), Levn (2015), Stream (2015) e Pulse (2016).

 

Costa Brava: una famiglia tra le contraddizioni del Libano

Costa Brava, Lebanon

Costa Brava, Libano/Francia/Spagna/Svezia/Danimarca/Norvegia/Qatar, 2021. Regia Mounia Akl. Interpreti Nadine Labaki, Saleh Bakri, Nadia Charbel, Ceana Restom, Geana Restom, Liliane Chacar Khoury, Yumna Marwan. Durata 1 h e 46’.

Il terzo appuntamento del 18 ottobre per Sintonie è il film di Mounia Akl Costa Brava, Lebanon (ore 16.30 all’Auditorium della Conciliazione), già tra i titoli della sezione Orizzonti Extra di Venezia 78.

E anche qui vediamo le ripercussioni del rapporto malato tra la società e l’ambiente in cui viviamo, attraverso la vicenda della famiglia Badri che, per sottrarsi all’inquinamento della città di Beirut, si trasferisce in una casa di montagna. Ma proprio sul terreno accanto, viene costruita una discarica, evento che metterà in discussione la stessa unità tra i congiunti.

Il film, prodotto da Thomas Bremer e Issa Kandil, può contare su due tra le maggiori star del cinema libanese, Nadine Labaki e Saleh Bakri. Mounia Akl, già regista di serie e corti come Beirut, I Love You, The President’s Visit, El Gran Libano e Submarine, ha detto parlando di Costa Brava: «Crescendo in Libano, ero circondata da caos e poesia. Il paese era sempre sull’orlo dell’apocalisse spingendoci a vivere appieno ogni momento e a non dormire mai tranquillamente. Questa dicotomia è il Libano stesso ed è ciò che io sono diventata».

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