Alfonso Cuaron e Oliver Stone, due Premi Oscar alla Festa

IN QUESTA PAGINA:

  • Oliver Stone a Roma per JFK Revisited: Through the Looking Glass 
  • L’incontro ravvicinato di Alfonso Cuaron

 

Oliver Stone al Teatro Palladium per presentare il film JFK Revisited

 

Una straordinaria sorpresa per tutti gli amanti del cinema:  alle ore 20 il Maestro Premio Oscar Oliver Stone arriverà al Teatro Palladium per presentare il film JFK Revisited: Through the Looking Glass , versione cinematografica in lingua originale sottotitolata in italiano della nuova serie JFK: Destiny Betrayed.

JFK: Destiny Betrayed, Stati Uniti, Regno Unito 2021 Regia Oliver Stone, Serie TV 4 Episodi Durata 240’

L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy è un dramma che ha colpito tremendamente l’allora diciassettenne Oliver Stone segnandone la vita e condizionandone la produzione cinematografica. Dopo anni di ricerche nel 1991 con JFK – Un caso ancora aperto era riuscito a mettere in scena evidenze che aprivano la strada a moltissimi dubbi su come il caso fosse stato archiviato. A distanza di trent’anni da quel film, Oliver Stone continua la sua inesausta ricerca di una verità evidentemente troppo scomoda per essere portata alla luce e, basandosi sul libro di James DiEugenio esamina i documenti recentemente desecretati sull’assassinio del presidente Kennedy.

Con le voci narranti di Whoopi Goldberg e Donald Sutherland e il supporto di un gruppo di scienziati forensi, medici, esperti di balistica, storici e testimoni, le prove presentate da Stone dimostrano che la realtà a lungo nascosta sui mandanti e gli esecutori dell’omicidio Kennedy è qualcosa di più concreto di una “teoria del complotto”.

In occasione della presentazione di JFK: Destiny Betrayed, la Festa del Cinema ospita, presso il Teatro Palladium, anche la proiezione della versione cinematografica della serie:

JFK REVISITED: THROUGH THE LOOKING GLASS

Stati Uniti, Regno Unito, 2021, Regia Oliver Stone, Documentario, Durata 118’

 

INCONTRI RAVVICINATI: ALFONSO CUARÓN

Alfonso Cuarón, insieme agli amici e colleghi Guillermo del Toro e Alejandro González Iñárritu, forma la potentissima trinità simbolo del nuovo cinema messicano. Sono autori che hanno saputo sfondare a Hollywood mantenendo saldo il legame con le proprie radici culturali e stilistiche, una scelta che a Cuarón ha già fruttato ben 4 premi Oscar.

Regista, sceneggiatore, produttore e montatore, Cuarón ha raccontato che da bambino sognava di fare l’astronauta o il regista. Crescendo, e non volendo entrare nell’esercito, l’autore ha deciso di concentrarsi sulla seconda soluzione, iniziando come regista di programmi TV. Uno per tutte (1991) è il suo esordio nel lungometraggio e la prima collaborazione con il direttore della fotografia Emmanuel Lubezki. Il film diventa un fenomeno di culto negli States e Sydney Pollack decide di affidargli la regia di alcuni episodi della sua serie televisiva Fallen Angels. Nel 1995 dirige La piccola principessa, sua prima produzione statunitense cui fa seguito, Paradiso perduto (1998). La consacrazione del pubblico arriva con il road movie Y tu mamá también – Anche tua madre (2001). Nel 2004 firma la regia di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban seguìto, nel 2006, dal dramma distopico I figli degli uomini. Il suo amore per il racconto inteso come narrazione totale e immersiva e il porre sempre l’uomo al centro della storia, con le proprie fragilità, inquietudini e desideri, fanno di lui un autore a tutto tondo, in grado di conservare uno sguardo sempre personale anche alle prese con grandi produzioni hollywoodiane.

È quanto accade con Gravity (2013) film in 3D stereoscopico presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia che ha poi vinto ben sette premi Oscar, e che lui raccontava così:

«Inizialmente mio figlio Jonas mi aveva chiesto dei commenti su una sua sceneggiatura intitolata Desierto, dedicata a problemi di sopravvivenza. L’idea mi piaceva, così gli ho suggerito di affrontare insieme il tema delle avversità come occasione di rinascita. Da quello a portare tutto nello spazio c’è voluto poco, anche perché i viaggi spaziali mi affascinano da sempre. Nel 1978 lo scienziato della Nasa Donald Kessler aveva teorizzato che nell’orbita terrestre fossero presenti così tanti oggetti da rendere probabile una collisione tra loro, che avrebbe innescato un “effetto domino”, con collisioni a catena di frammenti sempre più veloci, che avrebbero potuto colpire qualunque cosa (o astronauta) fosse in orbita. Quell’incubo lo abbiamo trasformato in una metafora delle avversità che tutti noi, sulla Terra, dobbiamo affrontare ogni giorno». Nel 2018 torna sulla Terra ritrovando le proprie radici con Roma, da lui scritto, diretto, montato e fotografato, film intimo che dopo aver vinto il Leone d’Oro a Venezia si aggiudica tre premi Oscar

Protagonista di un Incontro Ravvicinato, Cuarón parlerà dei film italiani che hanno segnato la sua vita.

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