Lamb e l’omaggio alla regista albanese Xhanfize Keko

IN QUESTA PAGINA:

  • Noomi Rapace nell’horror islandese Lamb
  • Xhanfize Keko: omaggio alla regista albanese da (ri)scoprire

 

Noomi Rapace nell’horror islandese Lamb

LAMB

Dýrið, Islanda/Svezia/Polonia, 2021. Regia Vladimir Jóhannsson. Interpreti Noomi Rapace, Hilmir Snær Guðnason, Björn Hlynur Haraldsson, Ingvar Eggert Sigurðsson. Distribuzione Wanted Cinema Durata 1 h e 46’.

Proiezione speciale ad Alice nella Città per Lamb (20 ottobre ore 21 all’Auditorium della Conciliazione), primo lungometraggio di Valdimar Jóhannsson (anche sceneggiatore), ambientato in un’Islanda dai connotati soprannaturali e ispirata al folklore locale, ma intrisa anche di riferimenti biblici.

Al centro, la coppia formata da María (Noomi Rapace) e Ingvar (Hilmir Snaer Gudnason), pastori di una fattoria che scoprono sul loro terreno un singolare neonato e decidono di allevarlo. Ma dopo la gioia iniziale, l’evento finirà con lo sconvolgere irreparabilmente le loro vite.

Il regista, tra le altre cose, ha anche lavorato sul set della popolarissima serie tv Game of Thrones, e può contare sulla partecipazione di Noomi Rapace, divenuta celebre col ruolo di Lisbeth Salander nei primi film tratti dalla trilogia Millennium dello scrittore Stieg Larsson.

 

Xhanfize Keko: omaggio alla regista albanese da (ri)scoprire

Alice nella Città rende omaggio a Xhanfize Keko (1928-2007) con un evento speciale il 20 ottobre alle 11 presso la Casa del Cinema. Keko, unica regista donna dell’Albania comunista e principale autrice di film per bambini, è stata tra gli artisti che hanno fondato il New Albania Kinostudio negli anni ’50.

Una lunga carriera come documentarista e 29 film per l’infanzia (ma non solo) realizzati a partire dal 1971, per una cineasta ancora da scoprire, in Albania e all’estero, al netto della grande rilevanza della sua opera.

I film di Keko ridiscutono in modo addirittura sovversivo i concetti stessi di famiglia e società. La regista, consapevole delle difficoltà per le donne e gli stessi bambini a essere valorizzati nel proprio contesto sociale, trasforma gli svantaggi in materia espressiva e antagonistica di notevole forza.

La creatività della cineasta e dei suoi piccoli protagonisti fanno saltare le rigidità delle norme e i confini che determinano le gerarchie, evitando sia di essere irreggimentati dalle esigenze di propaganda sia di scadere nell’autocompiacimento. Partendo dalla realtà per rivisitarla, in un percorso che merita di essere conosciuto e ricordato.

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