Luca Guadagnino si racconta. Alla Festa del Cinema di Roma, il regista incontra il pubblico alle 17 in Sala Petrassi. Dagli esordi, alla candidatura all’Oscar nel 2019 per Chiamami col tuo nome, fino al successo del suo docufilm evento su Salvatore Ferragamo, Il Calzolaio dei Sogni, passato in sala dall’11 al 13 ottobre.
Regia, scrittura, sceneggiatura, il filo conduttore di tutto il suo lavoro è il modo in cui Guadagnino inserisce l’elemento del desiderio nelle sue storie, al di là di ogni stereotipo. Sarà questo il punto di partenza dell’Incontro Ravvicinato. Un’ora a tu per tu con il pubblico, nella quale parlerà dei film che hanno segnato la sua formazione e la sua stessa esistenza.
Nato a Palermo nel 1971, Guadagnino cresce fra l’Etiopia e la Sicilia e si laurea a Roma con una tesi su Jonathan Demme. Dal 1996 gira alcuni documentari e, nel 1999, esordisce alla regia con il lungometraggio The Protagonists, che segna anche l’inizio del sodalizio artistico con Tilda Swinton. Nel 2009 realizza Io sono l’amore, primo tassello della “trilogia del desiderio”, che viene nominato ai Golden Globe come Miglior film straniero. Nel 2015, gira il secondo capitolo, A Bigger Splash, remake de La piscina di Jacques Deray. Ma è con Chiamami col tuo nome, titolo che chiude la triade e che ottiene un enorme successo in tutto il mondo, che arriva la consacrazione definitiva, con quattro candidature agli Oscar®, tra cui quella come miglior regista, e una statuetta vinta, per la sceneggiatura, scritta da James Ivory. Nel 2018 è la volta del remake del film di Dario Argento Suspiria e, nel 2020, della miniserie We Are Who We Are.
Quest’anno alla Festa del Cinema di Roma non si parla solo di attori e registi, ma anche e soprattutto di storie. Di chi ama il cinema o di chi usa l’arte come lente per guardare il mondo. Tra i personaggi presenti per incontrare il pubblico ci sarà la scrittrice Zadie Smith, che alle ore 15.00 al Teatro Studio Gianni Borgna presenterà Questa strana e incontenibile stagione. L’autrice londinese, una delle voci più potenti e acute della sua generazione, ripercorrerà la sua carriera ormai ventennale: il suo primo romanzo, “Denti bianchi”, viene infatti pubblicato nel 2000 e diviene immediatamente un caso letterario mondiale. Negli anni successivi, Zadie Smith firma “L’uomo autografo”, “Della bellezza”, “NW” e “Swing Time”, attraverso i quali affronta con grande ironia e profondità tematiche di stretta attualità, facendo emergere gli aspetti più dolorosi del reale. Dal 2010 insegna alla New York University e collabora stabilmente con il “New York Times” e il “New Yorker”.