No Tenemos Miedo

NO TENEMOS MIEDO

Italia, 2021, Regia Manuele Franceschini, Cast Daniel Muñoz, Marcelo Herrera, Brigadas De Salud, Durata 70’ 

Intorno alla metà dell’ottobre 2019, migliaia di persone sono scese in strada a Santiago del Cile per chiedere uguaglianza, diritti e servizi pubblici adeguati nei settori delle pensioni, dell’istruzione, dell’alloggio e della salute. Dopo decenni di malcontento, l’aumento del prezzo del trasporto pubblico ha scatenato la ribellione popolare, conseguenza dell’applicazione del sistema neoliberale in un Paese che, a trent’anni dalla fine della dittatura, non è ancora definibile una democrazia.
Mentre scene di guerriglia urbana attraversano le strade e le piazze del paese, la repressione della polizia cilena diventa brutale. La risposta delle autorità si basò sulla criminalizzazione dei manifestanti, una risposta che ancora oggi il governo tende a minimizzare o a negare del tutto. Nessun dirigente delle forze di polizia (i Carabineros) è stato chiamato a rispondere degli ordini impartiti, che favorirono l’uso eccessivo della forza per disperdere a ogni costo le proteste.

Questa perdurante impunità è raccontata in modo lucido ed empatico nel documentario «No tenemos miedo» di Manuele Franceschini, presentato nella sezione Riflessi della Festa del Cinema di Roma. Interviste, immagini e testimonianze video, per ricostruire l’esplosione della rabbia popolare nel paese di quei giorni, raccontando la repressione brutale ed efferata da parte della polizia.

«Abbiamo deciso di patrocinare ‘No tenemos miedo’ perché è necessario non dimenticare, anche per l’impunità che ancora ne consegue, quel periodo di spaventosa violenza dell’autunno del 2019 in Cile. La violenza dei Carabineros, lungi dall’essere frutto di azioni isolate, è stata la conseguenza di un ordine ben preciso: disperdere a ogni costo le singole manifestazioni e scoraggiare in ogni modo la protesta sociale» (Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia).

«No tenemos miedo», in spagnolo, significa «Non abbiamo paura». Quella paura che non hanno avuto i cittadini cileni nel far sentire la propria voce in quell’ottobre del 2019.

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