Oggi Tim Burton – Domani Eternals

N QUESTA PAGINA:

  • Tim Burton, premio alla carriera
  • Eternals, il cast sul red carpet all’Auditorium

ETERNALS

Alla Festa il kolossal piu’ atteso del momento direttamene da Hollywod. Sarà nelle sale il 3 Novembre

 

Salma Hayek, Angelina Jolie, Richard Madden, Kit Harington e molti altri sono i protagonisti di Eternals, il kolossal diretto da Chloe Zhao, Premio Oscar per Nomadland, che apre la Fase 4 del Marvel Cinematic Universe e sta già sbancando gli Stati Uniti, dopo la fiabesca Premiere a Hollywood definita da chi c’era ‘’un ritorno ai tempi pre covid”. 

Ma di cosa parla il film? Gli Eterni nascono nei fumetti Marvel nel luglio 1976, ideati e disegnati dal grande Jack Kirby e sono esseri sovrumani (Homo immortalis) derivati dal genere umano, creature manipolate geneticamente dai Celestiali e in continua lotta con i Devianti, loro controparti malvagie. Al cinema, con un budget di 200 milioni di dollari, li porta Chloé Zhao, fresca vincitrice agli Oscar con Nomadland. Della trama si sa che, a seguito di una tragedia inaspettata dopo gli accadimenti in Avengers: Endgame, gli Eterni che hanno segretamente vissuto sulla Terra per oltre 7.000 anni, riuniscono le loro forze per proteggere l’umanità dai Devianti. Jack Kirby, con il gusto americano di miscelare mitologie, aveva teorizzato che gli Eterni, nel corso dei millenni e degli incontri con varie civiltà, fossero stati scambiati per eroi, divinità e incantatrici: Ajak (o Ajax) è Aiace; Makkari Mercury/Mercurio; Sersi non poteva che essere Circe; Thena è Athena; Zuras Zeus; Gilgamesh (il Dimenticato) mantiene invariato il proprio nome e Ikaris è Icaro, figlio morto prematuramente dell’Eterno.

AGGIORNANDO IL MITOZhao, pur dichiarandosi una fan of the Marvel Cinematic Universe e dei fumetti da cui è stato originato, ha messo la propria impronta non solo nella regia, riducendo al minimo le riprese con il blue screen a favore di quelle con sontuosi paesaggi ripresi in loco e con luce naturale, ma anche sulla sceneggiatura.

Ecco allora che negli Eternals, il cui cast è una collezione di star, troviamo sia il primo supereroe gay della Marvel, sia il primo supereroe sordo. Sersi (Gemma Chan) è empatica, manipola la materia ed è innamorata di Ikaris (Richard Madden), leader tattico degli Eterni che vola, proietta raggi di energia cosmica dagli occhi e possiede una forza sovrumana; Kingo (Kumail Nanjiani), emette proiettili di energia cosmica dalle mani e diventa una star di Bollywood; Sprite (Lia McHugh) proietta illusioni realistiche e appare come una bambina di 12 anni; Phastos (Brian Tyree Henry), il primo supereroe omosessuale, è l’inventore che aiuta segretamente l’umanità a progredire tecnologicamente; Makkari (Lauren Ridloff) usa la sua super velocità cosmica per esplorare i pianeti ed essendo sorda non subisce gli effetti dei boom sonici; Druig (Barry Keoghan), usa l’energia cosmica per controllare le menti degli altri, ma si ritira dagli altri Eterni in disaccordo con le loro interazioni con l’umanità; Gilgamesh (Don Lee) è l’Eterno più forte, proietta un esoscheletro di energia cosmica e diventa partner della feroce guerriera Thena (Angelina Jolie) nel loro esilio dagli altri Eterni; Ajak (Salma Hayek), è la guida spirituale degli Eterni, aiuta il progresso della civiltà umana, è una guaritrice e comunica con i Celestiali. Si tratta, in definitiva, del cine-fumetto più ambizioso mai realizzato.

INCONTRO CON TIM BURTON | Premio alla Carriera

«Per me disegnare è una forma di pensiero. Non conosco altra maniera di mettere ordine nelle mie idee», ha spiegato Tim Burton.

Il bambino Burton, nato nel 1958 a Burbank, a due passi dagli studi Disney e salvato dal disegno, non poteva che iscriversi alla CalArts per mettere a frutto le proprie doti e, acquisite le tecniche del cartooning, entrare a far parte dell’Impero del Topo. Dopo aver collaborato inutilmente a Taron e la pentola magica (i suoi disegni non furono nemmeno presi in considerazione) e ad una decina di progetti mai realizzati, riesce ad ottenere un finanziamento di 60.000 dollari per realizzare Vincent (1982) il suo primo cortometraggio professionale, un film a pupazzi animati per raccontare la fiaba nera di Vincent Malloy, bambino che sogna di essere Vincent Price, fa esperimenti con il suo cane e trasforma ogni ombra di casa in una paurosa evocazione spettrale, il tutto con la voce fuori campo di Vincent Price. Con quel film nasceva la stella cui la Festa del Cinema rende omaggio consegnandogli il Premio alla Carriera durante un Incontro Ravvicinato con il pubblico in cui si ripercorreranno le tappe principali del suo straordinario percorso artistico che, tra i numerosi riconoscimenti ottenuti, ha visto Burton insignito nel 2007 anche del Leone d’Oro alla carriera dalla Mostra del Cinema di Venezia.

Tim Burton, regista di opere “cult” come Batman (1989), (1992), Edward Mani di Forbice (1990), Batman – Il ritorno (1992), Ed Wood (1994), Mars Attacks! (1996), Il mistero di Sleepy Hollow (1999), Big Fish – Le storie di una vita incredibile (2003) e La sposa cadavere (2005), è un autore dallo stile inconfondibile, disegnatore eccentrico e dal talento straordinario, artista poliedrico e visionario che ha saputo raccontare come pochi l’evanescente confine tra sogno e realtà.

L’autore identifica tra i suoi cineasti di riferimento «Ray Harryhausen, Mario Bava, Federico Fellini, Fritz Lang e i registi dell’espressionismo tedesco, che mi hanno tutti influenzato a diversi livelli» e parlando di Hollywood dice «Non c’è nulla che mi spaventi più di un incontro con i manager degli Studios. È una sensazione di disagio che peggiora di anno in anno». Non che i suoi rapporti sociali siano mai stati migliori però, avendo confessato «quando ero bambino non erano i mostri, ma gli esseri umani a preoccuparmi. Sentivo un forte legame con i mostri, come molti altri bambini, suppongo. Nei film dell’orrore classici era il mostro a testimoniare sentimenti umani, in particolare negli anni ’50, poiché gli attori apparivano molto rigidi nella loro recitazione. Ho imparato di più sul mio vicinato quando ho visto il primo Frankenstein, che in tanti film realistici». Immutato invece il legame di Burton con Johnny Depp, splendido protagonista di tante sue opere perché, dice, «amo gli attori che hanno voglia e capacità di trasformarsi da un film all’altro e che non hanno un’immagine pubblica da difendere. Con Johnny poi, condivido un certo senso dell’umorismo e il gusto per il bizzarro, che ci permettono chiacchierate interessanti, da cui nascono gli stimoli per ogni film».

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