Softie, Cusp, Souad e Brotherhood

IN QUESTA PAGINA:

  • In concorso il racconto di formazione Softie
  • L’ambiente in pericolo nel doc From the Wild Sea
  • Souad: nell’Egitto dei social media
  • A Panorama Italia Brotherhood, il doc premiato a Locarno

 

In concorso il racconto di formazione Softie

 

Softie

Petite nature, Francia, 2021. Regia Samuel Theis. Interpreti Aliocha Reinert, Antoine Reinartz, Mélissa Olexa, Izïa Higelin. Durata 1 h e 33’.

 

Il 19 ottobre, in concorso ad Alice nella Città (ore 11, per le scuole, all’Auditorium della Conciliazione, e ore 14 al Savoy per tutto il pubblico) il racconto di formazione Softie, opera seconda del francese Samuel Theis.

Il regista si sofferma stavolta sulla vita interiore del protagonista Johnny (Aliocha Reinhart), un ragazzo di dieci anni che vive in un complesso di edilizia popolare in Lorena e inizia a confrontarsi col cambiamento del suo corpo e la formazione della propria sessualità. Confrontandosi non senza difficoltà con gli adulti, dalla madre Nora (Izïa Higelin) al nuovo insegnante Jean Adamski (Antoine Reinartz).

Theis ha vinto nel 2014 il premio Camera d’Or al Festival di Cannes per il film Party Girl, scritto e diretto con Claire Burger e Marie Amachoukeli. Prima di debuttare come regista, ha lavorato come attore in diversi film, tra cui Musée haut, musée bas (2008), La princesse de Montpensier (2010, del grande regista Bernard Tavernier), Our Futures (2015), nonché nelle serie tv Un village français e Joséphine, ange gardien.

 

Cusp: amicizia femminile e mascolinità tossica nel profondo Texas 

 

Cusp

Usa, 2021. Regia Parker Hill, Isabel Bethencourt. Durata 1 h e 32’.

Fuori concorso ad Alice nella Città (19 ottobre, ore 14.30, all’Auditorium della Conciliazione), il documentario Cusp, esordio nel lungometraggio di Parker Hill (già assistente alla regia in numerosi cortometraggi) e Isabel Bethencourt (vincitrice del Craft Award al First Run Festival nel 2016 per la fotografia di Ride by Night).

Un doc di formazione sull’amicizia femminile in una cultura ancora intrisa di mascolinità tossica. Al centro, tre indomite ragazze adolescenti in una piccola città militare del Texas, che si raccontano mente trascorrono un’intensa estate.

Con questo film le due registe si sono aggiudicate già un riconoscimento importante: il Premio Speciale della Giuria al Sundance 2021 come migliori registe emergenti nella categoria documentari.

 

Nell’Egitto dei social media con Souad

 

Souad

Id., Egitto/Tunisia, 2021. Regia Ayten Amin. Interpreti Bassant Ahmed, Basmala Elghaiesh, Hussein Ghanem, Hagar Mahmoud, Sarah Shedid, Carol Ackad, Mona Elnamoury, Islam Shalaby. Durata 1 h e 36’.

Altro titolo fuori concorso il 19 ottobre ad Alice nella Città è Souad (ore 16.30 all’Auditorium della Conciliazione), della regista Ayten Amid, che si confronta in modo non scontato col nodo dell’identità (reale e virtuale) nell’epoca dei social media.

Al centro, la diciannovenne egiziana Souad, che dietro la facciata di studentessa e figlia irreprensibile nutre un profondo desiderio di libertà e vive una doppia vita attraverso il web, dove si è creata un alter ego cosmopolita intrecciando relazioni online. Un film che riflette sullo scarto tra l’immagine che costruiamo e forniamo di noi nella galassia social e il mondo al di fuori di essa, e delle ripercussioni che questa contraddizioni può avere sui giovani egiziani di oggi.

Prima di questo lungometraggio (visto alla Berlinale), Amid ha diretto i film Villa 69 (2013) e The Good, the Bad and the Politicians (2011, realizzato con Tamer Ezzat e Amr Salama), un documentario sulla complessa situazione politica dell’Egitto all’indomani delle dimissioni di Hosni Mubarak.

 

A Panorama Italia Brotherhood, il doc premiato a Locarno

 

Brotherhood

Repubblica Ceca/Italia, 2021. Regia Francesco Montagner. Interpreti Jabir Delić, Usama Delić, Uzeir Delić, Ibro Delić. Durata 1 h e 37’.

In gara il 19 ottobre per Panorama Italia il documentario Brotherhood (ore 18.30 all’Auditorium della Conciliazione), opera seconda di Francesco Montagner, già regista e autore (con Alberto Girotto), di un altro doc, Animata resistenza (2014), premiato a Venezia 2014. Questa volta, Montagner mette a fuoco le esistenze di tre fratelli bosniaci nel Kurdistan iracheno: Jabir, Usama e Useir, nati in una famiglia di pastori e figli di un predicatore islamista radicale. Il film ce li mostra in un momento delicato della loro crescita, il passaggio dall’adolescenza alla vita adulta.

Emergono così il contrasto tra voglia di libertà e responsabilità familiari, le ferite della guerra e il rapporto complesso dei tre giovani con il padre. E quando quest’ultimo viene condannato a due anni di carcere per affiliazione terroristica, il percorso dei protagonisti subirà un’ulteriore svolta.

Il film è prodotto da Nutprodukce, Nefertiti Film, Rai Cinema e Arte (col contributo del Ministero della Cultura e col sostegno di Eurimages, Státní fond kinematografie, Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, Česká televize, FAMU e Al Jazeera Documentary), e ha già vinto il Pardo d’Oro al Concorso Cineasti del Presente del Locarno Film Festival 2021.

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