Francesca Calvelli: “Taormina 67 ha il sapore della ripartenza”

La montatrice è in giuria a Taormina 67, l'abbiamo incontrata per parlare della sua esperienza e del momento della ripartenza delle produzioni in Italia

È una delle più grandi montatrici della storia del cinema italiano, e la sua carriera si è intrecciata con quella di Marco Bellocchio, con cui divide la vita privata da molti anni.

Francesca Calvelli è un’eccellenza della nostra industria e una grande artista, ma durante il 67mo Taormina Film Festival, nella sua veste di giurata del concorso internazionale, si è riappropriata di un piacere che aveva perso a causa del Covid.

«Questo festival ha un gran sapore di ripartenza, stare di nuovo qui tutti insieme a parlare di cinema, incontrarsi, con attori e registi che vengono a presentare i film. E soprattutto andare al cinema, sto recuperando quello che non ho fatto per tanti mesi ed è un grandissimo piacere».

In compagnia dei colleghi di giuria (nella foto la vediamo con la Presidente Susanna Nicchiarelli)  «con cui mi sto trovando davvero molto bene, siamo in grande sintonia sui film e facciamo grandi conversazioni sul cinema. Ero stata in giuria solo un’altra volta, per il concorso cortometraggi a Venezia, ed era stata anche lì una bellissima esperienza».

La storia del cinema è fatta di grandi montatrici, basti pensare a Thelma Schoonmaker, da sempre al fianco di Martin Scorsese, o alla compianta Sally Menken, senza la quale, parole di Quentin Tarantino, probabilmente non esisterebbe Pulp Fiction come lo conosciamo. Sono solo due delle tante donne che hanno fatto la storia della “seconda regia”.

«Non credo sia una questione di genere, ma di attitudine e passione, fare il montatore significa stare chiusi in una stanza davanti a un computer per molte, ore, quindi chi sceglie questo mestiere lo fa per predisposizione. È vero che le donne hanno una mente più organizzativa, sebbene io nella vita sia disordinatissima, mentre sul lavoro mi muovo con un’organizzazione molto precisa».

Dopo Taormina, Francesca Calvelli si sposterà a Cannes per accompagnare il marito Marco Bellocchio, che riceverà la Palma d’onore, ma anche in qualità di montatrice del film Marx può aspettare, un documentario «che però Marco non vuole chiamare documentario, è un film documentario fatto con repertorio, interviste, spezzoni, fatto nel corso di quattro anni. Non aveva chiaro dall’inizio come orientarlo, quindi è stato un work in progress, è diventato quello che è diventato nel tempo. Lo abbiamo fatto nel tempo che rimaneva a disposizione facendo altre cose, ma aveva bisogno di una gestazione e soprattutto di una riflessione da parte di Marco. Tutto è nato da un pranzo di Natale di alcuni anni fa che volle riprendere perché c’erano i fratelli, che infatti poi sono stati intervistati insieme ad altri personaggi che si sono aggiunti nel corso dello sviluppo del progetto».

Sempre attivissima, Francesca Calvelli prevede un futuro davvero florido per il cinema in Italia.

«C’è un desiderio incredibile di fare, tantissime produzioni in corso, tanto che è difficile trovare le persone per lavorare. Ed è giusto così, dopo tutto quello che è successo. Quando c’è stato il primo lockdown avevo appena finito L’amica geniale ed ero per caso con Marco in una casa che abbiamo in campagna poco fuori Roma. Proprio quella sera venne annunciato il lockdown e quindi decidemmo di restare lì. Poi, una volta finito, piano piano si è ricominciato a lavorare e adesso c’è questa esplosione e anche grande attenzione sui set, con i Covid manager, i tamponi e tutto quanto si debba fare per lavorare in sicurezza».

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